21 gennaio 1945 Valperga: Cade in combattimento il partigiano P. Riva Cade in combattimento, sui monti di La Spezia a Torpiana, il partigiano valperghese Pasquale Riva,  di anni 27, a cui verrà concessa la medaglia di bronzo al valore militare. Sergente della marina, l'8 settembre 1943 si trova a Valperga. Raggiunge successivamente un paese, in provincia di La Spezia, dove si trova la sua fidanzata, ed entra nelle file dei partigiani locali. La sua salma è tumulata nel cimitero di Zignago (La Spezia).
25 gennaio 1945 Valperga: Cattura di due partigiani nei pressi di Pertusio Verso le prime ore dell'alba, due partigiani della VI Div. "G.L." mentre pernottano in una base di passaggio in una località tra Pertusio e Valperga, vengono catturati da una pattuglia nazista guidata da una spia. Questi, vestito in divisa da repubblichino, ma senza armi e con passamontagna sul viso che gli lascia scoperti solo gli occhi, li indica come partigiani. I catturati tradotti a Cuorgnè sono interrogati dagli ufficiali Hoffman e Dietrich subendo per vari giorni maltrattamenti.
26 gennaio 1945 Valperga:
Uccisione del partigiano
S. Loco

Pattuglie nemiche in perlustrazione alla frazione Gallenca uccidono in località Quassasco il partigiano Savino Loco, di anni 19, da Foggia, dell' VIII Div. Autonoma "Vall'Orco", fratello di Vincenzo caduto a Front neanche un mese prima.

Su questi fatti sono state raccolte le testimonianze di Motto Franco di Rivarotta, classe 1931, e di Renzo Bianchetta classe 1939, al tempo della guerra poco più che ragazzi.

…Rivarotta, era diventata un posto di rifugio di alcuni partigiani canavesani; alla Grangia di Baretto c’erano quelli della 49^  Brigata Garibaldi tra cui il Ratulin, Nino il Vercellese, Biondino di Bosconero, Gianni di Feletto (Gianni Micheletto) che venne poi ucciso a Valperga, Bastian di Pertusio e Gianni Motta di Salassa.

Erano partigiani valorosi e coraggiosi, la gente di Rivarotta li aiutava come poteva ospitandoli e dandogli anche da mangiare.

Alla Grangia Nuova c’erano invece quelli della Giovane Piemonte che erano alquanto disorganizzati.

Quelli della Garibaldi erano  corretti e rilasciavano dei buoni per il valore del bestiame che prelevavano.

Alla fine della guerra mio padre riscosse questi buoni così come promesso dai partigiani.

Uno sfollato che abitò a Rivarotta probabilmente informò i fascisti  che noi ospitavamo i partigiani e allora ci ritrovammo improvvisamente le camice nere davanti all’uscio di casa”.

I fascisti, che arrivarono da Castellamonte attraversando la pontija, si sbagliarono di grosso perché andarono alla Grangia Nuova anziché alla Grangia di Baretto dove invece c’erano i partigiani più agguerriti.

Bianchetta ricorda: Era mattino ed erano una ventina di fascisti, mia mamma fu obbligata ad andare avanti ed aprire tutte le porte delle case e delle stanze.

Tutte le persone che i fascisti trovavano vennero messe al muro, alla fine raggrupparono 17 persone, quasi tutti abitanti di Quassasco e della Grangia Nuova e altri curiosi che si erano avvicinati a vedere cosa succedeva.

I pochi partigiani presenti si erano fortunatamente dileguati, Loco Savino però non ce la fece e mentre tentava la fuga venne freddato da una raffica di mitragliatrice.

La famiglia di Loco, era sfollata da Torino ed aveva trovato ospitalità nella borgata Filippini.

Fu una grave perdita per la frazione di Gallenca perché i Loco erano brava gente che avevano sofferto fin troppo le conseguenze della guerra.

Infine, alla sera mia madre per farmi stare tranquillo mi mandò a dormire a Rivarotta ma nel cuore della notte si scatenò un bombardamento, probabilmente gli alleati volevano colpire dei camion fascisti fermi a Salassa ma sbagliarono obiettivo e le bombe sfiorarono Rivarotta.

Mi spaventai a morte.

4 febbraio 1945 Barbania:
La strage di Piazza principale
Una strage fascista compiuta per mano di un plotone della Divisione Folgore della Repubblica Sociale Italiana. Furono uccisi dieci partigiani del quarto reparto della divisione Garibaldi, catturati a Cirié il 17 febbraio 1945: Luigi Bettani, Giuseppe Bettas, Luigi Bosa, Angelo Capasso, Domenico Caporossi (Miguel)[1], Ernesto Casagrande, Giovanni Modica, Rinaldo Picatti, Vittorio Rolle e Piero Spedale.
10 febbraio 1945 Valperga: Ferimento di due partigiani a Piandane

Rastrellamenti nella zona di Valperga e Pertusio. Durante una puntata, in località Piandane, i nazifascisti feriscono due partigiani della VI "G.L." che, fortunosamente, riescono a porsi in salvo. Questi feriti, che troveranno ricovero in una casa delle Comunie, verranno poi curati segretamente dal dott. Aldo Balocco. Uno di essi dovrà essere operato d'urgenza per un colpo ricevuto all'addome. Il dott. Balocco predisporrà l'intervento utilizzando il tavolo da cucina come tavolo operatorio. L'intervento salverà la vita al partigiano.

Dott. Balocco e dott. Vezzetti, i medici dei partigiani

Il dott. Balocco è stato spesso chiamato a curare partigiani feriti, anche durante l'imperversare dei rastrellamenti. Non si è mai rifiutato; in piena notte, nelle località più nascoste e anche quando correva il grave pericolo di essere catturato come collaboratore dei "banditi", egli è sempre intervenuto per prestare la sua preziosa opera.

Un altro medico di Valperga, il dott. Oreste Vezzetti, fu un vero samaritano per i partigiani feriti. Egli aderì al fascismo durante il periodo del cosiddetto "consenso", fu nominato fiduciario di zona del P.N.F.(Partito Nazionale Fascista), responsabile sanitario della G.I.L.(Gioventù Italiana del Littorio) canavesana e nel 1941 partì volontario, come ufficiale medico, per l'Africa settentrionale. L'esperienza del fronte fu un'occasione  di critica per la sua fede politica. Rimpatriato da Bengasi, per motivi di salute, incominciò a prendere le distanze dal regime ormai compromesso in una sciagurata guerra che porterà solo lutti e tragedie. Non aderirà alla Repubblica di Salò, ma prenderà, invece, parte  alla Resistenza sino a diventare il responsabile sanitario, ovviamente in forma clandestina, della VI "G.L.". Molti partigiani verranno curati e tenuti nascosti, dal dott, Vezzetti, nei reparti sanitari dell'Ospedale Maggiore di Torino trasferiti a Cuorgnè, presso l'asilo ed in località Campore, per via dei frequenti bombardamenti alleati ai quali Torino era sottoposta.

Fine febbraio 1945 Valperga:
Fucilazione di falsi partigiani

In località "Cave della fornace" (nei pressi dell'attuale campo da tennis) la polizia partigiana della VI "G.L.", intenta a reprimere i profittatori, i ladri e i falsi partigiani, elimina delle persone che si spacciano per partigiani ed eseguono requisizioni di merci e rapine a mano armata ed hanno allestito, in località Pedaggio di Cuorgnè, un magazzino di refurtiva che viene venduta per loro personale profitto.

Le requisizioni partigiane
Un problema che devono affrontare i partigiani è quello di fornire le derrate necessarie per il mantenimento degli uomini dislocati in montagna. Apposite squadre devono operare in pianura e procedere alle requisizioni. Le formazioni partigiane emettono appositi buoni di requisizione che vengono rilasciati ai proprietari dei beni prelevati. In alcuni casi, quando le formazioni hanno disponibilità di denaro in liquidità, ricevuto dai lanci aerei, pagano, ed emettono una regolare ricevuta di pagamento. Alcune formazioni emettono della carta moneta. In zona, la VI "G.L.", stampa "Buoni di liberazione" in pezzi da £.1000 £.5000 e £. 10000 che utilizza a pagamento della requisizione. Dopo la guerra, un apposito ufficio "Ufficio Stralcio delle Formazioni Partigiane" provvederà all'indennizzo dei danni subiti, dietro la presentazione dei buoni di requisizione rilasciati o della carta moneta emessa dalle formazioni partigiane. Ovviamente la pratica delle requisizioni crea dei malumori tra la popolazione. Per evitare che tale stato di disagio venga ulteriormente acuito dai furti che elementi isolati o in bande armate effettuano a fine privato spacciandosi per partigiani, le formazioni devono reprimere questo fenomeno con una drastica azione che prevede la cattura e fucilazione di questi elementi.

4 marzo 1945 Valperga: Uccisione del partigiano Pierino Perona Un rastrellamento nazifascista investe Forno, Pratiglione e Prascorsano. Pattuglie in perlustrazione a Pemonte (Prascorsano) uccidono il garibaldino della 49° Brigata Garibaldi, Perona Pierino, di anni 22, della frazione Comunie di Valperga.
22 marzo 1945 Valperga: Fucilazione del partigiano Sergio Tamietti

Giorni prima una squadra della VI "G.L." cattura nei pressi di Feletto un paracadutista della "Folgore" del presidio di Volpiano e riconosciuto come "rastrellatore" viene passato per le armi, in località Benne di Oglianico. A seguito di questo, nei giorni seguenti, reparti di paracadutisti effettuano rastrellamenti nella zona e catturano in località Argentera sette partigiani della VI "G. L." di guardia ad un deposito di viveri.

Vengono allineati contro il muro di cinta del cimitero di Argentera e, alle 17,30 del 22 marzo '45, vengono fucilati. Tra questi vi è Sergio Tamietti (Taylor), di anni 18, da Valperga, gli altri sono: Mario Porzio Vernino (Stalino), di anni 25, da Fara Novarese - Antonio Uligini  (Nino), di anni 24, da Villarmarzana (Ro) - Alessandro Bianco, di anni 18, da Front e Renzo Scognamiglio  (Gualtiero), comandante di distaccamento.

La madre di Sergio Tamietti, Giovanna Chiapetto, era di Gallenca, il padre, Ulisse, lavorò per diversi anni alla conceria di Gallenca. La famiglia si trasferì poi a Torino, ma i legami con Valperga non furono mai interrotti. Sergio a Torino frequentò la Scuola Allievi Fiat, nell'estate del 1944 durante una gita in Valle Orco conobbe dei partigiani e vi si aggregò prendendo il nome di "Taylor". Pare che questo nome da partigiano derivasse dalla sua somiglianza all'attore cinematografico Taylor appunto, in voga a quel tempo.

Prima della fucilazione, Sergio scrisse una breve e commovente lettera ai genitori che venne pubblicata nel volume "Le ore più belle" di De Rosa:

 

Dopo l'eccidio dei partigiani all'Argentera, la VI "G:L:" diffuse un duro manifestino:

 

Esercito di Liberazione Nazionale

VI Divisione Alpina Canavesana - Formazioni Giustizia e Libertà  26 marzo 194

Il pomeriggio del 22 corr. in località Argentera di Rivarolo Canavese da un reparto della FOLGORE del distaccamento di Volpiano al comando del S.Ten. Muratore sono stati trucidati i:
Ten.RENZO SCOGNAMIGLIO - Serg. Magg MARIO PORZIO - Alpino ANTONIO ULIGINI - Alpino SERGIO TAMIETTI - Alpino ALESSANDRO BIANCO

Vogliamo che si conosca come sono caduti, da forti, vittime della più bassa ferocia, scatenata contro l'ardire di una Fede ed un Ideale giusti e altissimi contro la generosa dedizione all'avvenire della Patria. La figura onesta e luminosa del Ten. RENZO SCOGNAMIGLIO, buone e sorridente sempre, giovinezza nobile rara ed ardente che al piombo fraticida ha offerto il petto ed è stato ucciso con un'ultima rivoltellata alla tempia, i Suoi COMPAGNI che hanno avuto il capo sfracellato e reso irriconoscibile, ci lasciano l'eredità preziosa del loro Esempio. Morendo vi hanno lasciato il loro perdono, ma non ne siete degne canaglie della Folgore infame e maledetta, maledetta da Dio e dalle Madri. Vigliacchi, vigliacchi vi gridiamo sul viso. La nostra giustizia vi raggiungerà implacabile prossima o lontana, è il giuramento solenne a tutti i nostri Morti. Provocate il Popolo nella sua carne, sentite il disprezzo e l'odio che suscitate e con il terrore volete soffocare la reazione legittima che sentite avanzare. Insorgeremo tutti contro la vostra prepotenza per abbattere la vostra illegalità ed i vostri assassinii i furti le distruzioni saranno puniti. Soffriamo profondamente in quest'ora il dolore per la perdita irreparabile dei COMPAGNI e con noi è il cuore di tutti i migliori che si associano nell'esprimere alle Famiglie i sensi del più vivo e sentito compianto.

30 marzo 1945 Valperga: Uccisione di Carlo Boggio

Nella notte viene prelevato, da uomini armati, nella sua abitazione, Boggio Carlo, di anni 45, detto l'"Aris" per via della sua folta chioma ricciuta. Il Boggio è un fascista della prima ora, è stato per lunghi anni istruttore del servizio premilitare ed impegnato attivista del fascismo canavesano. Viene portato in via Busano, nella zona dove attualmente sorgono i pozzi dell'acquedotto, e freddato a colpi di pistola.

4 aprile 1945 Valperga: A Gallenca uccisione di Sebastiano Brino (Noto) Alla sera, uomini armati prelevano dalla sua casa, in località Bonauda di Gallenca, Sebastiano Brino, di anni 42, sfollato da Torino e partigiano della formazione Giovane Piemonte dell'VIII Divisione Vall'Orco. Viene portato nei pressi della Società di Gallenca e giustiziato.
18 aprile 1945 Valperga: Rinvenimento di cadavere ai Trucchi

Viene rinvenuto, in località Trucchi-Belvedere, sepolto da pochi cm. di terra, il cadavere di una persona sconosciuta, il dott.Balocco, in veste di ufficiale sanitario, redige il referto medico …sepolto da parecchi giorni…si nota una ferita da arma da fuoco alla nuca…mi si riferisce che la fossa venne casualmente scoperta da bambini della vicina cascina, che si recarono a pascolare le pecore, e che vista tutta la terra smossa frugarono il terreno vedendone fuoriuscire una mano. Il cadavere viene tumulato nel cimitero di Valperga come persona sconosciuta. Il successivo 10 agosto avviene il riconoscimento della salma da parte di parenti e conoscenti, si tratta di un certo M.P. di Pont Canavese, già partigiano di Bellandy, fuggito dalla formazione perché condannato per furto e poi passato al nemico. Guiderà i tedeschi nei rastrellamenti, compreso quello notturno avvenuto nella zona di Pertusio il 14 gennaio 1945 contro una squadra partigiana. M.P. verrà in seguito catturato dai partigiani, processato per tradimento, condannato e giustiziato. Un grande problema che dovevano fronteggiare gli uomini della Resistenza era l'attività delle spie. La  sopravvivenza dei partigiani non poteva consentire delazioni. Si procedeva continuamente alla loro "bonifica". Prima con avvertimenti e intimidazioni, e poi, se non ascoltati, con la loro eliminazione fisica.

Il Tribunale Partigiano è inesorabile contro le spie, specialmente nell'inverno '44/45 quando, approfittando della crisi del Movimento Partigiano, esse risultano molto attive.

2 maggio 1945
Torino
Marilena Grill ha 16 anni il giorno in cui viene assassinata, la notte fra il 2 e il 3 maggio 1945.  Il 28 aprile 1945 Marilena venne prelevata dalla propria casa da quattro partigiani che la strapparono dalle braccia di mamma Silvia. Venne trattenuta 5 giorni presso la caserma Valdocco per poi essere ammazzata con un colpo alla nuca in quel tristemente famoso “Rondò della Forca”. La sua colpa aver scelto la parte sbagliata. Era una delle 4mila ragazze di Salò che dall’aprile del 1944 aderirono al Servizio Ausiliario Femminile della RSI. Prestava servizio disarmato presso l’ufficio ricerche dei militari torinesi dispersi nei vari fronti e al posto di ristoro per soldati, spesso sbandati e in fuga, alla stazione ferroviaria di Porta Nuova.
3 maggio 1945 Valperga: Morte di Edoardo Baudrino. Non è ancora finita, il 1° maggio si sono svolti grandi festeggiamenti per la fine della guerra, il paese è  imbandierato ed un corteo  raggiunge il cimitero per onorare i caduti partigiani. Giorni dopo, una lunga colonna tedesca in ritirata attraversa il Canavese per raggiungere Ivrea. Il suo passaggio sarà disseminato di sangue. Il 3 maggio la colonna raggiunge Valperga, tutti si sono rinchiusi in casa per paura, Edoardo Baudrino, di anni 63, che sta uscendo dal barbiere, cerca di correre per mettersi al riparo ma viene raggiunto da una raffica sotto l'arco di Volta. Morirà nello stesso punto dove il 30 luglio dell'anno precedente aveva trovato la morte Franco Rocco. I loro nomi sono stati accomunati sulla stessa lapide.
11 maggio 1945 Valperga: Rinvenimento di cadaveri il località Braidacroce

In località Braidacroce vengono rinvenuti i cadaveri di due sconosciuti. Il dott. Balocco redige il referto medico constatando che i cadaveri, dall'età presunta di 22 - 28 anni, sono sepolti nella stessa fossa a circa 50 cm. di profondità e presentano ferite da arma da fuoco alla nuca. Entrambi i cadaveri vestono la divisa dell'aviazione di panno turchino, sulla giubba di uno di essi vi sono i gradi di caporal maggiore. Queste salme non verranno mai identificate trattandosi di persone non del luogo e prive di documenti. Da testimonianze dei residenti, pare che le due persone, prima di essere eliminate, fossero state tenute prigioniere, alla borgata Boriglione, da uomini appartenenti ad una squadra partigiana che operava nella zona di Busano. Di queste esecuzioni non si hanno notizie relative al movente ed agli esecutori.

15 maggio 1945 Valperga: Rinvenimento cadaveri in località "Cave della fornace"

Alle "Cave della fornace", sono rinvenuti, sepolti in due fosse, i cadaveri di cinque sconosciuti. Il dott. Balocco redige i referti medici descrivendo nei minimi particolari le caratteristiche delle salme ed il loro vestiario, elementi che saranno utili per la identificazione. Identificazione che avverrà, per quattro dei cinque cadaveri, nei mesi di agosto e settembre successivi. Si tratta delle persone fucilate, alla fine di febbraio del '45, dalla polizia partigiana "G.L". I quattro cadaveri identificati vengono così riconosciuti: P.G., di anni 42, di Cuorgnè. -  B.E., di anni 43, detto il Francese,  di Cuorgnè. -  P.G., di anni 42, di Locana. -  P.G.B., di anni 35, di Pont Canavese.

Fucilati perché ritenuti profittatori e ladri… Sono prelevati e fucilati dai patrioti parecchi individui che rubavano a mano armata, da soli o con l'aiuto degli Ucraini, svaligiando le case. Avevano al Pedaggio (di Cuorgnè) un vero magazzino di vendita, al quale…persone insospettate di Cuorgnè inviavano i clienti. Sono in tutto una decina di persone. Con la fucilazione di alcuni ( fra cui Boeris detto il Francese) le rapine cessano di colpo…(da "Appunti per una storia di Cuorgnè) di Mario Bertotti - Editore Enrico, Ivrea 1983)

17 maggio 1945 Valperga: Prime esperienze democratiche - Nomina dei consultori.

Il C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale) di Valperga composto da Savio Giuseppe che è stato nominato Sindaco, Savio Savino Vice Sindaco, avv. Ferruccio Pastore, avv. Guido Sorrentino, ed Elena Defendente, procedono alla nomina dei consultori (carica simile al consigliere comunale). …questo comitato ha deliberato di rendere di pubblica ragione i nomi dei componenti la consulta, notificando inoltre che i consultori sono stati scelti tra i rappresentanti delle varie categorie del popolo onde possano portare in seno al comitato stesso tutte le notizie in merito a difficoltà, bisogni, problemi da risolvere ecc. …

I consultori nominati sono:

Cibrario Pierino, Bertotti Lorenzo, Bertotti Mario, Boriglione Pietro, Ellena Sebastiano, Ronchetto Virginio, Falletti Secondo, Falletti Carlo, Alice Giuseppe, Cibrario geom. Domenico, Vallero Luigi, Bertotti Guido, Bertotti Enrico, Cerutto Michele, Terrando Pietro, Vallero Secondo, Terrando Giuseppe, Giacoma Rosa Giacomo, Terrando Gioachino, Frasca Giovanni, Carbonatto Rodolfo, Cresto Battista.

29 maggio 1945 Valperga: Il C.L.N. si trasforma in Giunta comunale.

Il  C.L.N. composto da: Savio Giuseppe rappresentante della Democrazia Cristiana, Savio Savino del Partito Comunista, Pastore avv. Ferruccio del Partito Socialista, Ronchetto geom. Virginio del Partito d'Azione ed Ellena Defendente del Partito Liberale, delibera di trasformare il Comitato di Liberazione Nazionale in Giunta comunale:

Sindaco: Savio Giuseppe, V.Sindaco: Savio Savino

Assessori : Pastore avv. Ferruccio, Ronchetto geom. Virginio, Ellena Defendente.

19 giugno 1945 Una fine oscura di Matilde Abrile in Alciati. Aveva 46 anni, era la moglie di un milite della Gnr, veniva ritenuta una «fervente fascista». Il marito era stato nella Milizia Confinaria. Fu uccisa il 19 giugno 1945, a Torino, quando la guerra civile era terminata da quasi due mesi. Secondo una fonte, la donna fu gettata dalla finestra di casa.
Bibliografia e archivi consultati:

–   A.Bellotto: "Acthung Bandengefahr! - Castellamonte nella lotta di Liberazione"  Comune di Castellamonte - Comitato per le onoranze ai Caduti della Resistenza  1961.

–   AA.VV.: "Agliè nei giorni della Resistenza" - Tipografia Ferraro, Ivrea 1995

–   Archivio "Elio e Ezio Novascone - Cuorgnè.

–   Archivio Storico Comune di Valperga

–   M. Bertotti: "Appunti per una storia di Cuorgnè"

–   T. De Mayo e V. Viano: "Il prezzo della Libertà" - Edizione A.N.P.I,  Cuorgnè 1977.

–   G. De Rosa: "Le ore più belle"

–   L. Doglione: "Assalto alla Canavesana" - Edizione A.N.P.I. Favria e Oglianico, 25 aprile 2000.

–   L. Doglione: "Per la Libertà" - Edizione A.N.P.I. Favria e Oglianico, 25 aprile 1998.

–   A.Dovis: "Storia del plotone Gualtiero" - Editrice Libreria dell'Orco, 1996

–   A.Gobetti: "Diario partigiano" - Einaudi, Torino 1956

–   P. Rolando: "La Resistenza di Giustizia e Libertà nel Canavese"

–   G. Troglia: "Il mio angolo di Resistenza" a cura di Ferdinando Prat - Editori F.lli Enrico, Ivrea 1976.

–   G. Tuninetti: "Clero, guerra e Resistenza nella diocesi di Torino - Nelle relazioni dei parroci del 1945"  Edizioni Piemme - Casale Monferrato  1996.