IVa DIVISIONE GARIBALDI «PIEMONTE»
BRIGATA DI MANOVRA «MORO»
LE ORIGINI DELLA BRIGATA
Nella seconda quindicina del Settembre 1943 si costituì il primo nucleo di armati, a Piano Audi, frazione di Corio Canavese. Lo comandava il Maggiore Musso, ed era collegato attraverso il Comitato di Ciriè, con Paolo Braccini del CLNAI. Il 25 Settembre 1943 vi fu una prima puntata di SS tedesche ed il primo ottobre il primo rastrellamento delle stesse SS con carri armati e cannoni, che distrussero le armi e le vettovaglie raccolte, e catturarono alcuni uomni fra cui degli inglesi. Pochi superstiti valicarono il passo del Bandito ricostituendo la formazione nella zona di Forno‑Rivara, al comando di Nicola Prospero. Il CLN la inquadrò col nome di « nucleo 30 », che compì qualche brillante azione prima di subire il durissimo rastrellamento dell'8 Dicembre 1943, in cui quei cento uomini resistettero per tre giorni all'attacco di una colonna di tedeschi forte di circa duecento automezzi, carri e cannoni. Diciotto Partigiani caduti, altri diciotto catturati e fucilati in piazza, una decina deportati in Germania. I sopravvissuti si ritirarono sul Monte Soglio ed in primavera avevano già riunito di nuovo intorno a loro tanti giovani da costituire un Battaglione, che dal nome dei primo caduto si chiamò Carlo Monzani. li (~)ni,,ìn(io si installò a Corio ed i veechi del « nucleo 30 » rimasero a presidiare Forno, come quarto distaccamento. Dopo i tragici fatti dell'Aprile 1944, la morte di Nicola Prospero ed i rastrellamenti che durarono tutto il mese, solo il distaccamento di Forno si mantenne compatto e si spostò attraverso Cuorgnè, prima a Chiesanuova, dove fu attaccato, poi a Sale, dove subì altri scontri, ed infine sul Monte Quinzeina (dove visse per una quindicina di giorni a polenta, nella neve). Il distaccamento era diviso in due plotoni: uno al comando di Piero Maggi, l'altro di Claudio Borello (MORO). Il plotone Moro rientrò a Forno a fine Aprile, ove subì un altro, rastrellamento che lo risospinse sul Soglio. A Maggio si costituirono le Brigate Garibaldi, ed il distaccamento « Moro » fu inquadrato nella 18' Brigata e tornò a presidiare Forno. Nel Luglio del 1944 per la sua esperienza operativa e per la qualità e la vocazione dei suoi quadri e dei suoi uomini divenne l'Unità di manovra della IV' Divisione Garibaldi: la Brigata di Manovra Moro. Il Distaccamento Moro della 18' Brigata Garibaldi al Maggio del 1944 era così composto:
(da una nota di Moro)
LE AZIONI DELLA BRIGATA
Avvertenza: Questa breve cronistoria delle principali azioni della Brigata, sia in missioni che nel corso di rastrellamenti, è tratta in larga misura da note lasciate dallo stesso Comandante Moro e da altri elementi della Brigata, nonchè dalle relazioni che venivano fatte al Comando. Sono stati quasi sempre omessi i nomi dei Partigiani partecipanti alle singole azioni, sia per evitare sviste e spiacevoli dirnenticanze, sia perchè è giusto considerare ogni azione compiuta dai Partigiani della Brigata come gloria e patrimonio di tutta la Brigata.
Giugno 1944 A TORINO, TRE COLPI IN UNA MISSIONE Un gruppo di Garibaldini della Brigata Moro, per ordine del Comando di Divisione, scende a Torino, in divisa, per lanciare i manifestini. Per strada catturano un camion FIAT 66 della TODT, carico di materiale. Rientrando si scontrano a Lombardore con un camion di repubblichini (guardie di P.S. in rastrellamento) che vengono catturati (6 mitra e 4 moschetti). Prigionieri e materiale sono consegnati al Comando. Duccio Galimberti sale poi a Forno per ritirare i
22 Giugno 1944 CATTURA DI DUE CARRI ARMATI Il Comando ci ha segnalato la presenza di due Carri armati efficienti alla SPA di Caselle, ordinandoci di tentarne la cattura. Attacchiamo in pieno giorno di lavoro, e per pura fortuna, dei cinque tedeschi di guardia, è presente solo il sergente, che viene subito immobilizzato. Siamo stati sul posto più di un'ora, a cento metri dal campo di aviazione in piena efficienza e presidiato dai tedeschi, per fare il pieno di acqua e benzina. Partiamo coi due carri, pilotati dagli operai della fabbrica, e li portiamo fino a Forno Canavese. Un Carro da 45 tonnellate fu fatto saltare, perchè nelle strette strade di montagna non era manovrabile. L'altro, da 17 tonnellate, fu usato per diverse discese a valle. Da allora quattro, Panzer tedeschi furono costantemente impegnati a proteggere la zona, ed allo stabilimento SPA di Caselle fu immobilizzato, a difesa, un intero plotone di brigate nere, fino alla fine della Guerra.
24 Giugno 1944 I FASCISTI CERCANO I LORO CARRI E TROVANO NOI AD ASPETTARLI Seguendo le tracce dei cingoli, un carro armato fascista salì fino a Forno. Qui venne attaccato con bombe a mano, senza risultato. Tiro organizzò allora un'imboscata a Rivara, sulla via del ritorno. Dai due lati della strada piovevano bombe a mano e bottiglie Molotov, mentre a raffiche di mitra venivan colpiti due fascisti, sorpresi in torretta. Il carro riuscì a sfuggire. Non ne comparvero altri.
29 Giugno 1944 ATTACCO A CUORGNE' Il distaccamento Moro, chiamato di rinforzo ad altre formazioni che attaccavano Cuorgnè, dísarmava Guglielmo Contrada, ed attaccava poi la guarnigione tedesca asserragliata nelle scuole. Moro con un unico garibaldino, entrava nel cortile, spalancava di forza il cancello, ed intimava ai tedeschi appostati alle finestre di arrendersi. Catturati e consegnati al Comando della 18 Brigata: 2 mortai, 6 mitragliatrici, oltre cento moschetti con munizionamento. Trattenute dal distaccamento 25 armi automatiche con munizioni. Veniva catturato anche un camion FIAT 66, ed altri sei automezzi fra cui una ambulanza ed una autocisterna con oltre mille litri di benzina.
Luglio 1944 MISSIONE BENZINA A TORINO L'enorme consumo di benzina del carro armato spinse la Brigata a scendere a Torino per il rifornimento. Con l'autocisterna tedesca catturata a Cuorgnè, dopo molte peripezie ad un posto di blocco che immetteva in un accampamento tedesco a Venaria, si raggiunse Torino, e dopo averla attraversata si pervenne infine nel cortile del Consorzio Agrario di Via Tiziano, dove si caricarono 3500 litri di benzina. In ufficio si lasciò il buono di prelevamento del C.V.L. ed i saluti per il Colonnello Smith delle SS. L'operazione durò dalle 10 alle 12. Si rientrò senza incidenti. Poco tempo dopo con lo stesso sistema si prelevarono altri 7000 litri di nafta per il fabbisogno della Divisione.
Luglio 1944 ATTACCO AL BOSCHETTO DI CHIVASSO Nell'attacco alla caserma SS del Boschetto, che era stato preparato con cura, qualcosa non funzionò, per cui venne a mancare la sorpresa e si fu costretti ad impegnar combattimento con le armi automatiche nella camerata tedesca. Non accertate le perdite del nemico. Catturate nove SS italiane, 2 mitra, moschetti,e munizioni
Luglio 1944 ATTACCO ALL'AEROPORTO DI CASELLE La missione aveva lo scopo di catturare un ufficiale tedesco per uno scambio, per cui si era scesi con tre macchine nella zona di Leinì. Ma per un errore di percorso si finì nel campo di aviazione di Caselle. Attraversata a tutta velocità la pista si vide uno Stukas mimetizzato in una macchia. Si lanciarono tutte le nostre bombe a mano danneggiandolo. Si tornò alla base senza incidenti. Qualche giorno dopo Dore catturò un Maresciallo tedesco e due soldati, consegnati poi al Comando per lo scambio. SABOTAGGIO Ricevuto un lancio con molto esplosivo si tentò di utilizzarlo per far saltare il ponte dell'autostrada all'altezza della ferrovia a Stura. Il ponte non crollò per la quantità insufficiente di plastico, ma restaron distrutti gli scambi ed il piano rotabile della ferrovia.
27 Luglio 1944 LA STAFFETTA SANDRO DOGLIO FERITA SULLA STRADA DI CHIVASSO (Sandro!, sei vivo o sei morto?) Incappata in un posto di blocco volante tedesco sulla strada di Chivasso, la staffetta motociclista che precedeva il nostro camion cadeva gravemente ferita. il compagno che era sul sellino posteriore ed aveva prontamente aperto il fuoco, dava tempo al camion di sopraggiungere, e disperdere i tedeschi, che lasciavano sul terreno tre morti con armi automatiche.
Agosto 1944 LIBERAZIONE DI NANDO BURLANDO Il Comandante Nando Burlando ci faceva pervenire un SOS dall'Ospedale Maria Vittoria dove era ferito e piantonato, in attesa di fucilazione. Cortina e Solia, eseguirono alla perfezione il piano studiato sul posto da Moro. Approfittando della loro età che non destava sospetti, riuscivano a prelevarlo e portarlo in salvo a Forno sotto un carico di fieno.
Agosto 1944 ATTACCO AL PRESIDIO BRIGATE NERE DI RIVARA Alle otto del mattino le brigate nere presidiarono Rivara con nove militi. Alle otto di sera attaccamino. Mancata la sorpresa, i fascisti si asserragliarono in un albergo. Il combattimento ebbe fasi drammatiche, si dovettero espugnare uno per uno i tre piani, e si concluse con la cattura di otto dei nove repubblichini, dopo quattro ore di fuoco. Gli ultimi furono catturati all'una di notte sul tetto, fra i comignoli. Fra i nostri ci fu un solo ferito grave. La parte più pericolosa e difficile dell'azione fu l'espugnazione del piano terreno del fabbricato, poichè dall'interno proveniva il lancio continuo di bombe a mano. Due garibaldini che riuscirono finalmente ad entrare furono ricacciati leggermente feriti. Il secondo tentativo fu più fortunato ed i nostri uomini riuscirono ad entrare, mentre altri dei nostri presidiavano le strade di accesso a Rivara per segnalare tempestivamente eventuali rinforzi nemici.
Agosto 1944 CATTURE Il distaccamento di S. Maurizio Canavese ha catturato due agenti dell'UPI ed un'ausiliaria.
Agosto 1944 CATTURA CANNONI (In collaborazione con le Squadre di Burlando ed Airo,la) A questa azione partecipò l'intera squadra d'azione comandata da Moro. Scesi a Ciriè, mentre alcuni nostri elementi incendiavano la polveriera del 2° Centro Esperienze Artiglieria, presidiato dai tedeschi, approfittando del p;lni(o, asportammo tre cannoni (la 75/13.
Agosto 1944 IMBOSCATA (Strada Forno‑Rivara) I nazifascisti scatenavano un rastrellamento su Forno, noi ci appostammo sulla strada Forno‑Rivara ed attaccammo e distruggemmo due automezzi. I tedeschi lasciarono sul terreno nove uomini.
Agosto 1944 IMBOSCATA (Strada Ciriè‑Caselle) Appostati sulla strada si attaccò un camion carico di uomini della X' Mas. Rimasero sul terreno tre morti e molti feriti nemici. Da parte nostra, un ferito.
3 Settembre 1944 ATTACCO ALLA FRAZIONE BOSCHI DI BARBANIA Un reparto misto di tedeschi e brigate nere stava saccheggiando, con un effettivo di cinquanta uomini, la frazione Boschi di Barbania, per rappresaglia. Attaccammo e fummo avvistati prima di giungere in paese. Occupammo diverse case, impegnandoci in combattimenti ravvicinati, per lo più a bombe a mano. L'Ufficiale tedesco che guidava l'azione fu ucciso sulla sua mitragliatrice in mezzo alla piazza, e l'arma catturata insieme a molte altre. Scese la notte e dovemmo abbandonare il paese. Fra la popolazione ci furono purtroppo delle vittime, fra noi solo qualche ferito leggero,.
3‑9 Settembre 1944 DIFESA DI CORIO Questi furono giorni particolarmente duri per la Brigata, che si trovò accerchiata ed attaccata durimiente dai nemici, a Corlo. In quel giorni di dura battaglia rimangono alcuni documenti, che nella loro brevità ed intensità dicono più,di quanto possa fare una cronistoria degli avvenimenti, che d'altronde non potrebbe essere altro che confusa e spezzata. Questa la lettera che il Comandante Moro inviò il quinto giorno di difesa al Comando Divisionale:
La risposta giunse rapida:
9 Settembre 1944 CUORGNE' ‑ AZIONI DI GUERRIGLIA Su ordine del Comando, Moro, con trenta uomini, filtrò nella notte attraverso la linea di sbarramento nemica. L'ordine era di svolgere azioni di gueriglia nella zona di Cuorgnè. Nella notte del 10 recuperammo completamente, con estenuante lavoro, un lancio alleato caduto dietro e nelle immediate vicinanze dei presidi avversari, in località Vauda Inferiore e Vauda Superiore. Il nemico, avutone immediatamente notizia, ci cercò ed inseguì per parecchi giorni.
12 Settembre 1944 SCONTRO CON UN'AUTOCOLONNA (Statale di Cuorgnè ‑ Vicino a Feletto) Sbucando da una strada laterale col nostro FIAT '66 giallo, ben noto al tedeschi, piombammo su un'autocolonna di diversi autocarri e macchine, pieni di uomini. Il nostro autista si buttò col camion sulla camionetta di coda e la rovesciò nel fossato. Azionando tutte le armi di bordo, tre mitraglie e ventidue mitra, mettemmo la colonna in fuga. Rimasero sul terreno quattro militari tedeschi. I tedeschi ritornarono un'ora dopo, con un'autoblindo, quando noi, tutti illesi, eravamo ormai lontani dal luogo dell'azione.
13 Settembre 1944 CATTURE In questa data vennero catturati sulla stradale di Feletto un furgoncino 500 con a bordo tre appartenenti alla X' Mas, Battaglione « Sagittario ». La cattura fu particolarmente importante per le notizie che i tre diedero sulle forze impiegate nel settore in cui operava la Brigata. Risultò che erano impegnati almeno 1500 uomini (escluse le brigate nere di cui il numero veniva definito come imprecisato). Si ebbero anche notizie sul quantitativo delle armi nemiche e sul loro tipo. Risultò che l'azione contro Corio era stata voluta e preparata dai tedeschi, e lo scopo sarebbe stato di spingere i partigiani sulle Alpi, aggirarli da un lato, per impedire l'accesso in Francia e costringerli contro lo schieramento tedesco delle Alpi. Scopo immediato sarebbe stata l'occupazione di Corio per stabilire un presidio e di Coassolo per il blocco delle tre valli di Lanzo.
15 Settembre 1944 CATTURA DI UN CAMION Catturammo un camion tedesco con cinquemila bombe a mano e centoventi colpi di mortaio sul rimorchio. Il Comandante Moro commenta: « Nessun merito, molta fortuna ».
16 Settembre 1944 CATTURA DEL NUOVO PREFETTO DI TORINO Essendo stata compiuta una missione sull'autostrada da alcuni nostri elementi e da uomini della 18' (Diavolo Rosso), veniva attaccata una macchina, e dopo un breve combattimento, (un ferito leggero da parte nostra), veniva catturato un prefetto fascista, Mariganiello, destinato dalla RSI a Torino. Venivano catturati inoltre tre ufficiali ed una donna. Tutti fucilati.
20 Settembre 1944 LETTERA DAL COMANDO GENERALE Il Comando della Brigata di Manovra della IV Divisione riceve una lettera dal Comando Generale delle Brigate d'assalto Garibaldi, Delegazione per il Piemonte, in cui, fra l'altro, si dice: Questo Comando Generale elogia i Garibaldini che agiscono in pianura agli ordini dei Comandante Moro e cita all'Ordine del Giorno il Distaccamento che il giorno 8 Settembre difese strenuamente Corio dagli attacchi nemici. Citiamo all'Ordine del Giorno delle Brigate Garibaldi i Garibaldini che in audacissima impresa riuscirono a catturare il prefetto fascista Mariganiello, uno dei peggiori nemici dei popolo italiano, destinato a continuare a Torino le infamie ed i massacri compiuti contro il popolo di Firenze. Saluti Garibaldini LA DELEGAZIONE
Settembre‑Ottobre 1944 Come da ordini ricevuti dal Comando, la Brigata è impegnata in continuazione in attacchi ed imboscate sulla strada Cuorgriè - Torino.
4 Ottobre 1944 IMBOSCATA Pochi giorni dopo l'azione del dodici, sulla stessa strada, venne fatta un'azione contro due macchine ed un camion di scorta, con tre mine di tritolo a strappo. Una macchina saltò ed il resto del convoglio veniva attaccato: i tedeschi si dispersero. Ci furon molti morti, fra cui un tenente colonnello tedesco di amministrazione: i suoi documenti ed un diario furono rimessi al nostro Comando. In questa azione perse la vita, per la riuscita dell'operazione, l'artificiere partigiano Merlo Antonio, che aveva partecipato con il nostro reparto alla azione in parola.
1 novembre 44 Muore a Corio per un incredibile incidente nel maneggio delle armi il commissario politico della Brigata Manovra « Moro » (Mura Salvatore, « Dore »), di anni 24, da Torino.
17 Novembre 1944 RASTRELLAMENTO
Il rastrellamento durò tre giorni e
fu particolarmente duro, ma la Brigata si salvò tutta. Così viene
raccontato da un nostro compagno:
Novembre 1944 MANIFESTO NEMICO In questo mese appare il primo manifesto comprovante il riconoscimento nemico dell'artivirà della Brigata Moro. Esso venne affisso nel Canavese (Zona di Cuorgnè ‑ Rivarolo ‑ S. Maurizio Canavese, etc.) per annunciare la cattura del CAMION GIALLO e dei banditi che terrorizzavano la zona e la popolazione del Canavese ed in particolare di Forno di Rivara. Il Camion Giallo era il FIAT 'ó6, già tedesco, della squadra d'aziene della Brigata Moro, che operava dal settembre. Oltre che dal colore era caratterizzato da due gagliardetti tricolori e da tre mitraglie: era stato abbandonato a Forno perchè non funzionante.
20 Novembre 1944 IL MANIFESTO NEMICO Appariva in questa data, a pochi giorni dal primo, un secondo manifesto, affisso sempre nel Canavese (Co,rio ‑ Ciriè, etc.), in cui, dopo il rastrellamento, veniva annunciato « l'annientamento dello S.M. della IV Divisione e dei Comandi della Brigata Moro e della 18' Brigata ».
8 Dicembre 1944 CATTURA DEL COMANDANTE MORO Giornata tremenda per la nostra formazione. Il Comandante Moro viene catturato alle ore 21 da elementi della Folgore, appostati sulla stradale Ciriè - Corio. Egli avrà poi a definire la sua cattura come avvenuta « nella maniera più banale ». Per questo ancor oggi non si riesce a stabilire se essa avvenne per puro caso o se qualche delatore segnalò ai nemici il viaggio che doveva compiere il nostro Coniandante. I giorni seguenti furono di estrema confusione, si temeva la fucilazione, si disperava ed a tratti invece si avevano buone notizie; le varie relazioni del periodo fatte successivamente da elementi della Brigata esprimono l'estremo smarrimento di quei giorni. Il giorno 10 Dicembre Moro viene condannato a morte e l'esecuzione fissata per il giorno appresso. Gli uomini ne sono avvertiti e sono decisi a tutto. L'1l l'esecuzione viene rinviata ed il Comandante tradotto a Ciriè presso il Reggimento « Folgore ». Moro racconta che i repubblichini gli « dimostrarono un certo militare rispetto e della stima; non tentarono mai di strapparmi confessioni nei loro modi consueti; l’ esecuzione, preavvisatami parecchie volte, fu altrettanto differita ».
11 Dicembre 1944 AZIONE A RIVAROLO Nel tentativo di catturare prigionieri tedeschi per effettuare uno scambio, un forte nucleo di garibaldini della nostra Brigata entra in Rivarolo. Nonostante i posti di blocco, ed i reticolati, dieci uomini giungono sino al centro dei paese, ed al sopraggiungere di una pattuglia intimano ai militari di arrendersi. I tedeschi estraggono le armi e gli uomini della Brigata aprono il fuoco: un maresciallo tedesco rimane ucciso e due militari feriti. Non si riesce però a prendere degli ostaggi.
25 Dicembre 1944 PRIGIONIA DEL COMANDANTE MORO Il 25 Dicembre venne comunicato a Moro che si stava trattando il suo scambio. li Capitano Smith ha detto al nostro intermediario che per il Comandante Moro ci vuole almeno un Maggiore della Wermacht. E noi cercheremo di procurarcelo. Si riuscì egualmente a concordare lo scambio ed un Colonnello delle Brigate Nere fu ingenuamente rilasciato da un’altra formazione sulla sua parola d'onore, avallata da quella di Zerbino. I tedeschi però non ratificarono l'operazione ed il 5 Gennaio prelevarono Moro da Ciriè e lo portarono nel loro lager di Bussoleno. Il trattamento cambiò: interrogatori feroci, dì cui il primo di venticinque ore consecutive e la relegazione in una cantina umidissima e completamente oscura, senza pagliericcio. Il 6 Marzo il Comandante venne portato davanti all'alta corte marziale germanica e nuovamente condannato a morte. La pena di morte fu in seguito commutata in deportazione in Germania, e Moro venne liberato soltanto il 27 Aprile dalle Carceri Nuove di Torino, e riprese subito il Comando.
Gennaio 1945 MANIFESTO NEMICO Viene affisso dalla Folgore a Ciriè, S. Maurizio. In esso è annunciata la cattura di tutto il distaccamento di S. Maurizio Canavese della Brigata Moro e l'immediata fucilazione di quattro garibaldini del Distaccamento. Purtroppo, su delazione, quasi tutto il Distaccamento fu catturato. Quattro fucilati, parecchi deportati in Germania, gli altri detenuti da due a quattro mesi.
20 Gennaio 1945 NUOVE AZIONI La guerriglia logora, in montagna si invecchia presto, ma gli uomini della Brigata, ormai divisi in molti piccoli distaccamenti per essere più svelti e sicuri, continuano le azioni. Già il 22 dicembre quattro uomini erano entrati in Settimo Canavese, sede di un presidio tedesco, e con un audace colpo di mano erano riusciti a catturare due sottufficiali tedeschi. Ora dodici uomini, al comando di Camorani, appostati sulla stradale Caluso - Ivrea attaccano un munitissimo automezzo tedesco di militari. Nel violentissimo combattimento seguente gli uomini della Brigata, valendosi dell'elemento sorpresa, hanno il sopravvento sui più numerosi avversari. Il nemico lascia sul terreno alcuni morti e molti feriti. Il 21 alcuni elementi della Brigata entrano in Caluso nonostante il presidio repubblichino e con un agguato catturano 12 militari, che per motivi contingenti saran rilasciati, nonostante ne vengano asportate le armi.
22 Gennaio 1945 CATTURA DI BORIS E MICHELE Vengono catturati durante un rastrellamento Boris e Michele. Borìs viene trasferito a Ciriè, prima alle carceri, interrogato dal Tenente Truccato e Tenente Conte, poi all'ospedale di Ciriè (da cui riesce ad evadere grazie ad aiuti del CLN di Ciriè, tra cui il Dott. Mussa ed il Dott. Calorio). Ripreso su delazione, verrà seviziato e poi fucilato a Rocca Canavese il 26 Marzo. Michele, percosso e ferito durante gli interrogatori, sopportati con stoicismo, viene trasferito alle prigioni di Bussoleno, alle dipendenze della Gestapo e seguirà le vicissitudini di prigionia e processuali del Comandante Moro fino alla liberazione.
25 Gennaio 1945 NOMINA DEL COMANDANTE DELLA BRIGATA Aldo è nominato Comandante della Brigata. Dal 15 Febbraio al 15 Marzo incessanti rastrellamenti con cattura di molti nostri compagni.
1 Marzo 1945 AZIONE Undici uomini della Brigata attaccano un posto avanzato degli uomini della Folgore. Cadono nel combattimento due nemici.
5 Marzo 1945 AZIONE Quattro dei nostri uomini venivano sorpresi in un cascinale da uomini della Folgore, nei pressi di Favria Oglianico. Nonostante il vantaggio della iniziativa i repubblichiní venivano sopraffatti dai nostri uomini che ne uccidevano uno e ne ferivano un secondo; ne veniva in seguito eliminato un terzo mentre tentava di chiamare i rinforzi.
16 Marzo 1945 AZIONE A TORINO La sera del 16 tre patrioti della nostra Brigata penetravano in Torino ed attaccavano il posto di guardia della Gazzetta del Popolo, in Corso Palestro. Nella vivacissima sparatoria susseguente uno dei nostri veniva ferito ad un braccio. Nonostante la netta inferiorità numerica i nostri riuscivano a sventare l'azione di polizia e ad uscire dalla città senza perdere l'arma del ferito. I nemici ebbero tre feriti ed un morto.
17 Marzo 1945 Alcuni nostri elementi durante lo spostamento dal Canavese al Monferrato, si scontrano con una pattuglia di repubblichini, e questi ultimi vengono messi in fuga. A questa data sono ormai rientrati quattro elementi della nostra Brigata che avevano fatto un avventurosissirno viaggio in Francia alla ricerca di armi.
22 Marzo 1945 Sedici uomini della Brigata vengono sorpresi presso Vignone da un forte numero di nemici. La reazione è pronta e, imbrigliata l'azione nemica, dopo quaranta minuti di sparatorie il nemico si ritira contando fra i suoi uomini molti feriti.
25 Marzo 1945 Venti uomini della Brigata partecipano all'attacco contro il presidio di Crescentino, agli ordini dei Comandante della Divisione « Monferrato » Gabriele.
30 Marzo 1945 Il Comandante Tito con cinque uomini accorre in rinforzo al distaccamento della Divisione Monferrato agli ordini di Binda, attaccato dai nazifascisti. Il nemico viene colto di sorpresa e gli attaccati possono ritirarsi e mettersi in salvo.
7 Aprile 1945 AZIONE A DUSINO Con un blocco stradale di tre ore, uomini del 3` Distaccamento della nostra Brigata catturano alcuni repubblichini. Il giorno appresso cattureranno inoltre un agente dell'UPI e tre soldati repubblichini.
19 Aprile 1945 AZIONE A CIRIE' Dodici uomini della squadra d'azione penetrano in Ciriè e attaccano una pattuglia della Folgore e della Monterosa. Due morti ed alcuni prigionieri. In questi giorni ci si prepara ormai alla fine della guerra, tutti i distaccamenti, le brigate, i comandi, sono tesi a potenziare al massimo le loro forze e la loro efficienza; il 15 Aprile un comunicato del Comando invita alla trasformazione di tutti i fucili Remington, armi di grande precisione ma troppo pesanti e lunghe, in lancia‑bombe, spiegando quali filettature e quali modifiche occorra fare ai fucili.
23 Aprile 1945 COMUNICATO DAL COMANDO Il Comando ordina: I reparti provvedano a tener riuniti fino a nuovo ordine tutti i volontari nei rispettivi accantonamenti. Richiamare immediatamente i volontari armati in licenza; tenere pronti autocarri ed automezzi per eventuale spostamento. Viveri, munizioni, carburante al seguito. Tenersi pronti ad ogni evenienza.
24 Aprile 1945 AZIONE Sulla stradale Rivarolo - Cuorgnè alcuni elementi della Brigata attaccano due macchine con a bordo ufficiali tedeschi. Durante la sparatoria rimane gravemente ferito uno dei nostri, e perciò l'attacco si fa più duro da parte nostra, ma ci ritiriamo poi per l'arrivo di altri mezzi tedeschi. Pare che siano rimasti sul terreno tre ufficiali tedeschi e due sottufficiali. Arriva dal Comando l'ordine di trovarsi l'indomani a Cocconato con tutti gli effettivi. Gli uomini dovranno essere armati ed equipaggiati al completo di munizionamento: viveri secchi al seguito per tre giorni; tutti gli automezzi a disposizione pure al seguito con il massimo rifornimento di carburante. La liberazione è ormai vicina, e gli ultimi avvenimenti vedono la Brigata Partigiana Moro divisa in due tronconi. Era arrivata compatta a Tuffo ai primi d'aprile (solo pochi elementi erano rimasti nel Canavesano), ed aveva operato al fianco delle formazioni partigiane del Monferrato, con Gabriele per una ventina di giorni. Poichè il Comando li aveva richiamati nel Canavese, Tito con pochi altri era andato avanti, a Corio. A questo punto venne l'ordine di compiere le ultime azioni per la liberazione. Il grosso della Brigata si portò perciò verso Chivasso, che doveva prendere, mentre Tito e gli uomini che erano con lui, compresi quelli che precedentemente erano rimasti nel Canavese, si diressero su Torino. Il 25 Aprile questi ultimi si scontrarono con una autocolonna tedesca ed ingaggiarono combattimento. Il Comandante Tito rimase ferito in maníera gravissima: colpito alla testa con fuoriuscita di materia cerebrale, ed al torace, con perforazione del polmone sinistro. Si ebbero altri due feriti. Nonostante questo gravissimo avvenimento gli uomini della nostra Brigata riuscirono a tenere a bada il nemico ed a sganciarsi, procedendo verso Torino; il Comandante Tito veniva trasportato moribondo all'ospedale di Cuorgnè: si salverà, ma rimarrà grande invalido. Giunti a Torino i nostri uomini parteciparono alle azioni di Liberazione ed all'attacco della Caserma Cernaia, della Caserma Valdocco e dei Grandi Comandi. Nel frattempo, nonostante il presidio tedesco, l'altro nucleo della Brigata entrò in Chivasso ed intimata la resa al Distretto lo occupò, prendendo prigioniera la Brigata Nera locale di cui il distretto era 'la sede, e sequestrando gran numero di armi. Ma nelle prime ore del mattino del 28 Aprile la colonna corazzata tedesca scesa da Valsusa entrò a sua volta in paese (era quella stessa colonna che operò il massacro di Grugliasco). I tedeschi presero prigioniera pressochè tutta la Brigata, valendosi della sorpresa e del fatto che era quasi tutta accampata all'Hotel Centauro di Chivasso. La Brigata venne rinchiusa in una scuola, i garibaldini picchiati ed infine condannati a morte. Dopo lunghe trattative, alle quali parteciparono anche la Croce Rossa e gli Alleati, la Brigata venne liberata: gli uomini guadarono il Po, di cui era stato fatto saltare il ponte, e trovarono dall'altra parte ad aspettarli, oltre ad alcuni compagni, anche il Comandante Moro. La sera stessa l'intera Brigata entrava in Torino. La guerra era finita, ma a Torino operavano ancora i cecchini e c'erano ultime scaramucce, per cui proprio nei giorni della Liberazione perdemmo ancora dei compagni, fra i quali Molino Marco (Bibi) caduto alla Stazione Dora. A Torino la Brigata sfilò con gli altri Partigiani, fra un trionfo di folla. La dura guerra era finita; ne iniziava un'altra per ognuno di noi, per inserirci nella vita civile e per ricostruire l'Italia.
5 Maggio 1945 ARMISTIZIO Il Comando manda a tutte le Brigate il seguente comunicato: A decorrere dalle ore 0 del giorno 3 corrente il Comando tedesco del Piemonte ha accettato la resa senza condizioni al Comando Alleato. Si dispone che da tale giorno e ora non si effettuino più atti di ostilità.
IL COMANDANTE MAGGI »
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