Grazie al carisma del Comandante Titala (Goglio Battista nato proprio ad Alpette nel 1894, già vecchia conoscenza dei fascisti piemontesi: promotore delle prime cooperative del Canavese, operaio e dirigente di partito, presente alle occupazioni delle fabbriche torinesi nel 1920. Perseguitato,  conobbe il confino. Organizzò nell'autunno del '43 riunioni clandestine a sostegno agli sbandati e per l'avvio della resistenza armata) e alla posizione protetta, Alpette divenne subito una delle basi principali delle formazioni partigiane della zona: i circa duecento uomini che vi avevano trovato rifugio costituirono il cosiddetto gruppo «Aquila» che mantenne contatti con la pianura, soprattutto con gli abitati di Cuorgnè, Feletto, San Benigno.
La compagine iniziale attraversò successivamente alcune trasformazioni: a seguito dell'ingrossamento delle sue file, divenne la 50a brigata Garibaldi «Mario Zemo», dalla quale a sua volta si staccò il gruppo di Giuseppe Trione, detto Spartaco Il, che iniziò ad agire in alcuni paesi del Basso Canavese, tra cui Volpiano. Dopo qualche rastrellamento e la battaglia di Ceresole, in occasione della quale trovò la morte lo stesso Titala (11 agosto 1944), la 50a si trasformò nella 77a brigata Garibaldi.
La località di Alpette e la personalità di Titala ben rappresentano alcune delle caratteristiche della Resistenza canavesana: un movimento che, potendo contare in modo particolare sul sostegno della popolazione e sull'azione catalizzatrice di singole figure, passò dalla confusione dei momenti iniziali a una successiva fase di organizzazione militare che rappresentò una costante spina nel fianco delle forze nazifasciste.