Carcano mod. 91

La nascita del fucile modello 91 si potrebbe far risalire al 5 marzo 1892: in quel lontano dì, ne venne approvata l' adozione da parte dell' apposita commissione militare alla quale nel 1891 il Ministero della Guerra aveva affidato l'onere di studiare una moderna arma lunga individuale, a caricamento successivo di più colpi, per il nostro esercito. Il modello 91 era noto anche, fuori dei nostri confini, quale "Parravicino-Mauser" o anche "Carcano-Mannlicher", e sarebbe andato ad affiancare e quindi a sostituire il "Vetterli-Vitali" a 4 colpi, a sua volta modifica del Vetterli a colpo singolo del 1870. Queste denominazioni riflettono le molte paternità dell' arma: Salvatore Carcano, capo tecnico di prima classe dell' arsenale di Torino, ne disegnò l'otturatore girevole scorrevole, non dissimile peraltro da quello già adottato dal primo fucile italiano a retrocarica, il Carcano modello 1868. L'ingegnere Ferdinand von Mannlicher, austriaco, era l' ideatore del caricatore e del serbatoio; il generale Gustavo Parravicino era il capo della commissione incaricata dei lavori di studio dell' arma. La corsa al rinnovamento dell' armamento della fanteria caratteristica degli ultimi decenni del XIX secolo, aveva visto con il modello 91 una delle poche armi lunghe individuali militari occidentali ad avere il calibro "mignon" di soli mm 6,5. I grattacapi inerenti l'utilizzo di una pallottola di così modesto diametro, che presentava più svantaggi che pregi, assorbirono gran parte delle fatiche del team, quando le altre potenze erano più propense all' 8 mm. (vedasi impero austroungarico) o altri calibri che da esso si scostavano ben poco (7,92 mm in Germania, 7,5 mm. in Francia, 0.303" pari a 7,7 mm. in Gran Bretagna, 0.30 pollici pari a 7,62 mm. negli USA e così via). La ragione per cui si era orientati verso al 6,5 mm si poteva ricercare nel fatto che ciò avrebbe permesso l' adozione di cartucce meno pesanti e ingombranti che avrebbero consentito al soldato di portare con sè un maggior numero di colpi, ma non si sa sino a che punto questa logica controbilanciasse la consapevolezza da parte del fante di imbracciare un fucile dalle caratteristiche balistiche inferiori a quelle del fucile in mano al nemico, qual che fosse.

Calibro 6.5 mm Carcano
Meccanismo di ripetizione Bolt action
Lunghezza totale 128,5 cm.
Lunghezza canna 78 cm.
Rigature canna 4, andamento destrorso, passo progressivo
Caricatore interno, 6 colpi, caricamento con piastrina
Mira posteriore da battaglia tarato a 300 m., regolabile da 450 a 2.000 m.
Peso 3,8 Kg.

MECCANICA E MORFOLOGIA
di Ruggero Belogi

Il fucile modello 91 dai manuali militari viene definito «Arma portatile da fuoco - a ripetizione ordinaria per il tiro teso alle brevi distanze contro bersagli animati, verticali e allo scoperto».
Le parti principali del fucile 91 sono: la canna, la culatta mobile, la cassa, il meccanismo di caricamento e sparo (con i congegni di otturazione, scatto e percussione, sicurezza, estrazione ed espulsione, ripetizione e alimentazione), la bacchetta, la sciabola-baionetta e i fornimenti.

CANNA: a forma tronco-conica, è di acciaio fuso al crogiuolo ed è lunga cm 78. Dall'esterno si notano:
- anteriormente: la volata con il vivo di volata - la ghiera con un incastro a coda di rondine per l'alloggiamento del mirino.
- posteriormente: l'alzo a quadrante - un ingrossamento con cinque faccette su cui sono incise le iniziali della fabbrica che ha fornito la barra per la canna, l'anno di fabbricazione, il nome della città dove è stata costruita l'arma, il numero di matricola dell'arma, i segni relativi ai vari collaudi – l’avvitatura per la culatta mobile -la culatta e il vivo di culatta.
- internamente: l'anima con la camera di cartuccia - la rigatura, con le seguenti caratteristiche; profilo e fianco paralleli; inclinazione progressiva; quattro righe destrorse; passo di cm 58 (89 calibri) in culatta e di cm 20 (31 calibri) in volata; misura della parte rigata cm 70,85 (109 calibri).
La canna sull'asse principale di simmetria porta il sistema di puntamento, che è costituito:
- verso la volata da un mirino a sezione triangolare incastrato a coda di rondine su una ghiera;
- verso la culatta da un alzo a quadrante formato da uno zoccolo con una tacca di mira fissa per i 300 metri a due alette laterali. Sul fianco esterno dell'aletta di destra sono praticati 15 intagli per distanze da 600 a 2000 metri. Le parti superiori delle alette portano incise le graduazioni in ettometri (a destra quelle pari da 6 a 20 - a sinistra le dispari da 7 a 19). Anteriormente allo zoccolo è imperniato il ritto con la tacca mobile di mira, che a mezzo di un perno con bottone e molla può essere portata a coincidere con le diverse graduazioni.
Avvitata alla canna è la culatta mobile, di forma cilindrica, che serve a contenere l'otturatore e a permetterne il movimento (vedi figura sotto). In essa notiamo:
- esternamente: l'apertura del serbatoio - lo spacco per il passaggio del manubrio dell'otturatore - la codetta con la chiocciola per la vite di unione al serbatoio - la scanalatura longitudinale per il passaggio del dente d'arresto del cane - la finestra per il passaggio del dente di scatto - l'incavo trasversale per l'aletta del tubetto.
- anteriormente e inferiormente: il dente che si alloggia nel traversino metallico della cassa per trasmettere a questa il rinculo. Il dente, internamente, ha una chiocciola per la vite anteriore di culatta mobile.
- internamente: un tratto a chiocciola per 1'avvitatura alla canna - una gola cilindrica con gli incastri d'appoggio delle alette del cilindro otturatore. Questi incastri sono interrotti da due risalti a fianco elicoidale contro cui strisciano le alette del cilindro - due scanalature longitudinali per lo scorrimento delle alette del cilindro (nella scanalatura di sinistra scorre anche la guida del cane) - la finestra per l'espulsore e per l'aletta del bilanciere - il foro per il ritegno dell'otturatore.

 

Trittico della culatta mobile delle armi modello 91.

CASSA: è in legno di noce o di faggio ed è costituita dal fusto, dall'impugnatura e dal calcio.
Il fusto presenta un lungo incasso longitudinale per l'alloggiamento della canna - un incasso per l'alloggiamento del traversino - il canale esterno e interno della bacchetta e altri incassi per i fornimenti dell'arma. Tra l'impugnatura e il fusto la cassa presenta un'apertura per mettere in comunicazione il serbatoio con l'apertura di caricamento. Un'altra parte in legno è il copricanna che, tenuto a posta dalla fascetta, ripara le dita del tiratore dal calore della canna. II calcio, posteriormente, è protetto da un calciolo metallico.

MECCANISMO DELL'ARMA: comprende i congegni di otturazione - scatto e percussione - sicurezza - estrazione ed espulsione – ripetizione ed alimentazione.
Congegno di otturazione: è composto ( vedi pagina di fronte) dalle seguenti parti: cilindro-otturatore (vedi figura 3) in cui si notano: anteriormente, la testa con il risalto semianulare per l'appoggio del fondello del bossolo; il foro per il passaggio della punta del percussore; due alette (l'aletta sinistra, smussata per poter risalire il piano inclinato dell'incastro di sinistra della culatta mobile, provoca nell'operazione dell'apertura dell'arma la retrocessione dell'otturatore e il distacco iniziale del bossolo; l'aletta di destra, invece, nell'operazione di chiusura dell'arma, risalendo il piano inclinato dell'incastro di destra della culatta mobile, provoca l'appoggio graduale e perfetto del bossolo); lungo il corpo del cilindro: superiormente il foro che comunica con la cavità interna e serve come sfogatoio dei gas in caso di rottura del fondello del bossolo; verso il centro, il manubrio con noce che serve per manovrare il cilindro; dietro al manubrio esiste uno spacco a doppio gomito in cui scorre il dentino del tubetto con nasello con un incavo anteriore e uno posteriore per fissare a mezzo del dentino stesso il tubetto nella posizione di avanti e indietro (vedi figura 6); inferiormente una lunga scanalatura longitudinale di profondità decrescente per lo scorrimento dell'espulsore; posteriormente un incavo elicoidale in cui scorre il risalto elicoidale del cane e, sulla base, un piccolo incavo per l'appoggio della punta del risalto elicoidale della guida del cane (vedi figura 7).

Congegno di scatto: il congegno di scatto è composto dalle seguenti parti: il grilletto, con coda, tavola con tre gobbe (che consente lo scatto in due tempi) e sprone, su cui è investito il ritegno dell'otturatore; bilanciere, imperniato al grilletto: porta posteriormente il dente di scatto, nel centro l'aletta forata per il passaggio della copiglia della culatta, anteriormente l'alloggiamento per l'espulsore e la sua molla; cane con guida (vedi figura 7) con un piolo elastico, il dente di arresto e la guida con il risalto elicoidale; bottone dell'otturatore: forato con una filettatura per l'avvitamento del percussore e un incavo per l'alloggiamento del piolo elastico del cane con guida (vedi figura 8).
Congegno di percussione: il congegno di percussione è composto dalle seguenti parti: percussore, con testa con punta, asta e una faccia piana che va a contrastare contro la parte corrispondente dell'interno del cane per impedire al percussore di ruotare, avvitatura per il bottone, linea di fede per la ricomposizione dell'otturatore (vedi figura 4); molla a spirale (con 32 spire) che si appoggia anteriormente contro il collare della testa del percussore e, posteriormente, contro il fondo del tubetto (vedi figura 5). Fa anche parte del congegno di scatto e percussione il tubetto con nasello (vedi figura 6), organo della sicurezza ordinaria, del quale, però, parleremo più avanti, trattando appunto del congegno di sicurezza.
Il cilindro riunisce l'estrattore, il percussore, la molla a spirale del percussore, il cane con guida, il tubetto con nasello, il bottone e prende il nome di otturatore.

 

Meccanismo di scatto delle armi modello 91: 1. Dente di scatto. 2. Ritegno dell'otturatore. 3. Espulsore a molla.

Congegno di sicurezza ordinaria: è costituito dalle seguenti parti: tubetto con nasello (vedi figura 6) in cui si notano il tubetto con un dentino, il nasello con l'aletta e la linea di fede per la ricomposizione dell'otturatore.
Congegno di estrazione: è costituito dalle seguenti parti: estrattore a gancio portato dalla testa del cilindro (l'estrattore modello 1907 attraversa con la sua coda l'aletta destra del cilindro, che è forata: il modello 1912 è invece sistemato a fianco dell'aletta destra del cilindro).
Congegno di espulsione: è costituito dalle seguenti parti: espulsore a dente con molla a spirale che è situato nella parte anteriore del bilanciere ed è sporgente internamente nella parte posteriore della culatta mobile. La molla dell'espulsore, oltre a rendere elastico l'espulsore stesso, serve anche a riportare a posto il bilanciere dopo eseguito lo scatto; prende pertanto il nome di molla di scatto ed espulsione.

Congegno di ripetizione ordinaria: composto dalle seguenti parti; scatola serbatoio centrale fissa in cui notiamo il ponticello (con una finestra superiore attraverso la quale passa il grilletto) ed una finestra anteriore da cui sporge il bottone del gancio di arresto. La parte inferiore- posteriore della scatola-serbatoio è aperta in modo da consentire il passaggio del pacchetto caricatore vuoto. Internamente alla scatola-serbatoio troviamo l'elevatore, imperniato ad una molla a lamina, sistemata sul fondello, ed il gancio di arresto con molla a bottone. Ai lati poi si notano due fori per il passaggio delle viti di culatta per assicurare, attraverso la cassa, la scatola serbatoio alla culatta.
Congegno di alimentazione: caricatore a pacchetto simmetrica della capacità di sei cartucce. Il caricatore è di lamierino ed è composto da due guance ripiegate superiormente e inferiormente (su ciascuna delle due guance sono impresse lateralmente due nervature destinate a tenere in sito le cartucce), un dorso con dente d'arresto.
BACCHETTA: è in acciaio e serve, previa avvitatura dello scovolino nell'apposita filettatura, alla pulitura dell'arma nonché all'eventuale espulsione dalla canna di bossoli, cartucce e corpi estranei. Nella bacchetta notiamo la testa con feritoia, una filettatura superiore per 1'avvitatura della bacchetta al bocchino e una filettatura inferiore per 1'avvitatura dello scovolo.

SCIABOLA-BAIONETTA: in acciaio temperato, è lunga mm 414. Vi si notano: la lama (con punta, taglio e falso taglio, dorso, codolo per l'unione all'impugnatura e sgusci di alleggerimento), lunga mm 300 l'impugnatura con crociera e anello (su questa parte è incisa la matricola dell'arma), il cappuccio (con l'incastro per il fermo della sciabola- baionetta), il piolo d'arresto con bottone e molla, le guance di legno. La sciabola-baionetta è protetta dal fodero, che può essere di cuoio «annerito» con la cappa e il puntale d'ottone, ferro brunito o alluminio, oppure interamente di lamiera oppure, molto più raramente, di gomma con forniture in ferro.
FORNIMENTI VARI: sono il bocchino (con la vite passante, i1 fermo per la sciabola-baionetta e la chiocciola per 1'avvitatura della bacchetta), il calciolo (fissato con le viti nella parte inferiore del calcio), la fascetta con maglietta e la sua molletta, 1a piastretta con maglietta, il copricanna, il traversino, le viti di culatta e i tubicini.

Il Moschetto '91 "Cavalleria"

Esso si differenzia dal fucile per le seguenti particolarità:
è più corto e leggero (la lunghezza, con la baionetta ripiegata, è di mm 919; il peso con la cassa in noce è di g 3,160 e il peso con la cassa in faggio è di g 3,320); il manubrio dell'otturatore è ripiegato; la canna è simile a quella del fucile: la sua lunghezza è di mm 451 (la parte rigata è lunga mm 375).
Il passo della rigatura alla culatta è di cm 38,96 (circa 65 calibri), quello alla volata è di cm 19 (circa 31 calibri); l'alzo è graduato da 6 a 15 ettometri (lunghezza della linea di mira cm 37,7); ha una baionetta triangolare ripiegatile congiunta permanentemente all'arma mediante una braga la quale, tramite ritegni a molla, viene fissata sia nella posizione di inastata che ripiegata; non ha il copricanna; la bacchetta è in due pezzi ed è tenuta in un alloggiamento ricavato nel calcio, per cui il calciolo è dotato di uno sportello a scatto; ha gli attacchi per la cinghia sistemati rispettivamente sul fianco della cassa e sul bocchino, che è dotato di un'apposita maglietta.
Il moschetto ha subito successivamente alcune varianti e precisamente: è stato fornito di copricanna; il ritegno a molla per il fissaggio della baionetta è stato sostituito da un nottolino con comando a levetta e da un nottolino con comando a bottone.
Particolari dei ritegni della baionetta nei moschetti modello 91 da cavalleria. Al centro, il primo tipo con ritegno a molla. A sinistra, il secondo tipo con ritegno a nottolino con comando a levetta. A destra, il terzo tipo dal ritegno con comando a bottone.

Il Moschetto '91 TS

Adottato nel 1897, veniva dato in uso ai reparti dell'artiglieria e del genio. Ha le medesime caratteristiche tecniche del moschetto da cavalleria, da cui però si distingue per i seguenti particolari:
la cassa è più lunga e arriva a mm 78 circa dalla volata: ha il canale per l'alloggiamento della bacchetta, la quale è in un sol pezzo. Il TS ha un copricanna fermato dal bocchino il quale porta il fermo della baionetta, uguale a quella del fucile. Il bocchino è stato subito modificato con uno più lungo e dotato di un fermo trasversale per una baionetta che è analoga a quella del fucile 91, ma dalla quale si differenzia perché lo spacco del cappuccio (che investe il fermo) è orizzontale e perché il piolo a molla è sito sotto il cappuccio. L'arma in origine aveva solo due magliette: una imperniata al bocchino e l'altra a una piastretta fissata sotto il calcio. In un'epoca indefinita, ma compresa fra il 1908 e il 1916, vennero aggiunte altre due piastrette con maglietta sul lato sinistro, nei punti corrispondenti a quella posta sul bocchino e a quella sita sotto il calcio, a pochi centimetri dal calciolo.

I primissimi esemplari avevano l'otturatore del fucile anziché quello del moschetto da cavalleria.
Esistono sciabole-baionette per fucili modello 91 e moschetti da truppe speciali modello 91 (primo tipo) dotate di parti in ottone e di dimensioni identiche a quelle, dei tipi più comuni. Vi si notano: la lama con codolo a estremità filettata su cui s'investe l'impugnatura in
fusione d'ottone in un sol pezzo con la crociera ad anello e con l'incastro per il passaggio del fermo; la ghiera filettata che, avvitata sull'estremità del codolo, tiene in sito l'impugnatura; il fermo con molla di fianco al cappuccio (sciabola-baionetta per fucile modello 91) oppure sotto al cappuccio (sciabola-baionetta per moschetto modello 91 per truppe speciali primo tipo).
L'arma ora descritta è stata successivamente modificata e ha assunto il nome di moschetto TS modificato (vedi pagina 113). E' stato infatti sostituito il bocchino originario con uno identico a quello del fucile 91. Di conseguenza usa la medesima sciabola-baionetta del fucile 91.
A 17 centimetri circa dalla volata è sistemata una fascetta (che serve anche a fissare il copricanna) la quale è dotata di una maglietta e
di un'asola fissa sita lateralmente a sinistra, cosa questa che consente, come nella versione originale, la possibilità della doppia sistemazione della cinghia. Nella parte inferiore la piastretta con maglietta e la piastretta laterale non hanno subìto varianti rispetto al modello originale.
Esistono anche moschetti per truppe speciali del primo tipo che, pur mantenendo il bocchino lungo, hanno il fermo della baionetta co-
me quello del tipo modificato, cioè con un fermo parallelo all'asse della canna invece che trasversale.
Moschetto modello 91 TS modificato.
Al moschetto 91 TS fu adattato nel 1928 un tromboncino lanciabombe.

Il Moschetto '91 "TS" (per squadrone RR.CC. Guardiedel Re.)

Ha le stesse caratteristiche del moschetto 91 dal quale si differenzia perché:
ha sulla canna a circa mm 10 dalla volata un fermo per la baionetta che è a sezione quadrangolare, è lunga mm 382 e ha un manico a ghiera del tipo detto «alla Vauban»; quando non è inastata, la baionetta viene sistemata nell'apposito canale e il manico «investe
la volata della canna». Quando è inastata, la baionetta è sita a destra della canna; il manubrio, il nasello del tubetto, la scatola-serbatoio, lo zoccolo ed il bottone dell'alzo, il bocchino e la piastretta con maglietta sita nella parte anteriore del calcio sono dorati;
la cassa in noce è più lunga e arriva a 70 mm dalla bocca. Ha il canale della baionetta guarnito di metallo dorato.
L'arma fu poi data in dotazione ai corazzieri del Presidente. Nella foto il Moschetto modello 91 calibro 6,5 per squadrone Reali Carabinieri Guardie del Re, attualmente in dotazione ai corazzieri del presidente della Repubblica. Si notino le parti più chiare, che sono dorate. Il moschetto ha la baionetta capovolta.

Il Moschetto '91/24

Deriva da una trasformazione del fucile modello 91. Ha le medesime caratteristiche del moschetto TS modificato dal quale si differenzia per la forma e dimensioni dell'alzo che è identico a quello del fucile 91, salvo per le graduazioni che vanno da 6 a 15 ettometri. Esistono anche esemplari con la tacca di mira del ritto spostata in avanti sul ritto stesso. L'alzo ha le stesse dimensioni di quello del fucile modello 91.

Il Fucile mod. '91/38

È stato ottenuto mediante opportune modifiche apportate al fucile modello 91, del quale conserva però i pregi di robustezza, rusticità, intercambiabilità delle parti eccetera.
È più leggero dell'arma madre, meno ingombrante e, cosa più importante, ha un calibro maggiore (mm 7,35) che si è ottenuto alesando opportunamente la canna del calibro 6,5. La baionetta del fucile modello 38 è notevolmente più corta delle altre.

Calibro 7.35 mm Carcano (38) e 6.5x52 Carcano (91/38)
Meccanismo di ripetizione Bolt action
Lunghezza totale 102 cm.
Lunghezza canna 56 cm.
Serbatoio 6 colpi, caricamento con piastrina
Mira posteriore aperta, non regolabile, tarata a 200 m.(38) o 300 m.(91/38)
Peso 3,68 Kg.
Velocità alla bocca Circa 750 m/s

Analizzando attentamente il nuovo fucile notiamo che esso si differenzia dal 91 perché: la canna è lunga mm 536 ed ha una rigatura elicoidale (profonda mm 0,14) a passo costante (mm 240) destrorsa; la lunghezza della parte rigata è di mm 475,5; il calibro, come sopra abbiamo detto, è di mm 7,35 tra i pieni: tra i vuoti è invece di mm 7,63; l'ingrossamento della parte terminale della canna non è sfaccettato, ma è di forma tronco-conica; la cassa è lunga mm 880 e ha sul fusto due scanalature che facilitano l'impugnatura dell'arma; nel calcio è sistemata la bacchetta, che è a tre elementi; il calciolo è appositamente fornito di uno sportello a scatto; il puntamento è effettuato mediante un'unica linea di mira; esiste pertanto una tacca di mira fissa che è esatta per la distanza di metri 300 (lunghezza della linea di mira mm 432,7); l'arma è dotata di un attacco per la baionetta-pugnale della quale parliamo più avanti; esiste un attacco di fianco per la cinghia, che è fissata superiormente a una maglietta ed inferiormente ad una spranghetta con rullo.
Una particolarità importante delle armi modello 38 è costituita dal fatto che sulla base dell'alzo è inciso il calibro.
Una sostanziale modifica alla baionetta è stata apportata con la adozione delle armi modello 91/38. Essa è stata notevolmente accorciata ed è stata resa ripiegatile mediante uno snodo comandato da un bottone elastico: ciò per consentire che essa sia tenuta costantemente applicata all'arma e alloggiata in un'apposita fessura verticale del fusto.
Nella versione originaria, il comando di svincolo del pugnale-baionetta dell'arma era costituito, a simiglianza di quanto praticato in quella del moschetto automatico Beretta modello 38 A, da una leva zigrinata incorporata nella guancia in legno, sistema questo che deve essere stato ritenuto, come infatti è, estremamente scomodo.
Si è pertanto successivamente ritenuto giusto abolire la leva e ripristinare il comando a bottone così come nelle baionette del fucile 91.

Il moschetto 91/38 TS

Esteticamente è identico al moschetto 91 TS modificato: naturalmente, come tutte le armi modello 38, ha un alzo a tacca di mira
fissa. Usa la stessa sciabola-baionetta del fucile 91.
Le armi modello 38 calibro 7,35 non ebbero invero il successo che avrebbero invece meritato: la causa principale di questo insuccesso è da ricercarsi essenzialmente nel fatto che la loro distribuzione ai reparti venne a coincidere, o quasi, con l'inizio della seconda guerra mondiale. L'ossatura dell'armamento italiano era allora costituita da armi aventi il calibro tradizionale di mm 6,5, per cui, al fine di uniformare il munizionamento, fu deciso di ritirare ai reparti dell'esercito le armi calibro 7,35, che vennero successivamente date in distribuzione alla G.I.L. Fu allora deciso di costruire le armi modello 38 in calibro 6,5 e ciò al fine di poter usare le munizioni delle armi modello 91. Avemmo così il fucile, il moschetto per cavalleria e il moschetto modello 38 calibro 6,5.
Quali le differenze tra le armi dello stesso modello ma di calibro diverso? Dal punto di vista estetico: nessuna. Dal punto di vista tecnico notiamo invece le seguenti particolarità: il calibro; l'altezza del mirino, che è stata modificata in relazione alle nuove qualità balistiche dell'arma: la tacca di mira fissa è stata resa esatta alla distanza di m 200.
È importante precisare che il fucile modello 38 calibro 6,5 ha mantenuto la rigatura elicoidale a quattro righe (profondità mm 0,15), destrorsa e a passo costante (mm 215) già adottata dalle armi modello 38 calibro 7,35: i moschetti invece hanno adottato nuovamente la rigatura progressiva (passo iniziale mm 390, passo alla bocca mm 195) propria delle armi modello 91.
Anche la baionetta del fucile 38 calibro 6,5 subì alcune modifiche rispetto al modello originario. Ferme restando le misure, la lama è stata resa fissa e nel fodero venne abolito il passante metallico, sostituito da un gancio per la sistemazione della borsa in cuoio grigioverde, di modello analogo a quella usata per la sciabola-baionetta del fucile 91. Esiste anche un tipo di transizione che, pur avendo la lama fissa, ha nell'impugnatura la scanalatura per la lama pieghevole.
Una ulteriore modifica del moschetto 91/38 TS si ebbe quando l'arma venne adattata per l'uso del munizionamento tedesco costituito
da cartucce calibro 7,92. Non ci consta però che detto tipo di arma sia stato dato in dotazione a reparti dell'esercito italiano.
Il moschetto modello 38 per truppe speciali in calibro 7,92 Mauser (cartuccia corrispondente a quella da caccia grossa denominata commercialmente « 8 x 57 ») è riconoscibile per le seguenti caratteristiche, oltre che ovviamente per il maggior calibro della canna. L'otturatore è stato modificato nella faccia rispetto a quella originaria a causa del maggior diametro del bossolo per cartuccia calibro 7,92; sulla base del manubrio è impressa la lettera « S », probabilmente iniziale di «Spitze», aggettivo che in tedesco significa «appuntito» ed è stato impiegato per definire la forma appuntita del proiettile per la cartuccia calibro 7,92 Mauser adottata ai principi del secolo. La culatta mobile ha uno sguscio alla parte anteriore dell'apertura di caricamento per permettere l'introduzione nel serbatoio delle cartucce calibro 7,92, più lunghe di quelle calibro 6,5. Sulla parte anteriore è impressa la lettera «S». La cassa presenta un «bullone» passante in corrispondenza di ciascuno dei traversini. Infine la tacca di mira porta l'indicazione del calibro «7,9» impressa nella parte superiore.

Il moschetto 91/38 cavalleria

È pressoche identico al moschetto per cavalleria modello 91 dal quale differisce per: la rigatura, che è elicoidale e destrorsa a passo costante (mm 240); l'alzo, che è costituito da una ghiera avente una tacca di mira fissa esatta per la distanza di m 300; la lunghezza della linea di mira è di mm 377.

Il fucile 91/41

Lunghezza totale 117,1 cm.
Lunghezza canna 69 cm.
Rigature 4 destrorse - passo costante - 1 rotazione in 21,5 cm.
Calibro 6,5 Carcano
Caricatore integrato, 6 colpi, caricamento con lastrina
Alzo regolabile da 200 a 1.000 metri
Peso 3,75 Kg.

Quest'arma differisce dal fucile 91 in quanto: è più corto di circa mm 100 (lunghezza senza 124 baionetta mm 1171); la canna è lunga mm 690 (lunghezza della parte rigata mm 620) e ha la rigatura elicoidale con quattro righe destrorse (profonde mm 0,15) a passo costante (mm 215).
Come nelle armi modello 38, l'ingrossamento terminale sfaccettato è stato sostituito da un ingrossamento a forma tronco-conica, particolarità riscontrata anche in armi modello 91 prodotte nel 1937; la cassa è lunga mm 1086 e il calcio è protetto da un calciolo cui manca la nervatura centrale; la fascetta permette il duplice attacco della cinghia; l'alzo ha lo zoccolo graduato da m 200 a m 1000 (graduazioni di 100 in 100) e fa corpo unico con la ghiera d'alzo.
Il peso totale dell'arma senza cinghia e senza baionetta è di kg 3,720. Il fucile modello 41 adopera la stessa sciabola-baionetta del fucile 91.
Durante la seconda guerra mondiale, nel 1940 venne adottato ufficialmente, ma non distribuito, un fucile modello 40, analogo a quello
modello 41, da cui differisce perché provvisto di alzo eccentrico. Venne altresì sperimentato un fucile modello 41 modificato nel congegno d'alimentazione, che era del tipo Mauser anziché Mannlicher. Alcune armi modello 91 furono usate anche da truppe straniere. Durante la prima guerra mondiale fucili modello 91 catturati dalle forze armate austro-ungariche vennero modificati nella camera di scoppio per permettere l'impiego, oltre che delle munizioni italiane, anche della cartuccia greca da 6,5 modello 1903 di produzione austriaca. Sulla faccetta destra della canna veniva impressa l'iscrizione «It. u. Gr.».
Durante la guerra finno-sovietica vennero forniti alla Finlandia fucili modello 38 calibro 7,35 che non furono però impiegati in prima linea. Dopo la seconda guerra mondiale, alcune nazioni, come l'Etiopia, la Grecia e la Jugoslavia, distribuirono alle proprie truppe armi 91 e 91/38 calibro 6,5.
Ricordiamo infine il fucile giapponese « tipo I », prodotto in Italia per le forze armate nipponiche e impiegante la culatta mobile e l'otturatore del fucile 91.

Tavola comparativa

Modello

Calibro (mm)

Passo di rigatura

Mira

Peso Kg.

Lunghezza (cm)

Baionetta

Regolabile

Battaglia

Fissa

Canna

Totale

91 Fucile

6.5x52 Carcano

Variabile

450-2000

300


 

3.8

78

128.5

Staccabile

91 Cavalleria

6.5x52 Carcano

Variabile

450-1500

300


 

3.1.

45

91.3

Integrata/pieghevole

91 T.S.

6.5x52 Carcano

Variabile

450-1500

300


 

2.9

44.9

92.2

Staccabile

91/24 T.S.

6.5x52 Carcano

Variabile

450-1500

300


 

2.9

45.2

92.1

Staccabile

91/28 T.S.

6.5x52 Carcano

Variabile

450-1500

300


 

3.1

45.7

91.5

Staccabile

38 Fucile Corto

7.35x51 Carcano

Fisso


 


 

200

3.4

53.5

101.8

Staccabile/pieghevole

38 Cavalleria

7.35x51 Carcano

Fisso


 


 

200

3.0

44.7

91.5

Integrata/pieghevole

38 T.S.

7.35x51 Carcano

Fisso


 


 

200

3.0

45.1

91.5

Staccabile

91/38 Fucile Corto

6.5x52 Carcano

Fisso


 


 

200

3.4

53.8

101.8

Staccabile/pieghevole

91/38 Cavalleria

6.5x52 Carcano

Variabile

450-1500

200

200

3.2

44.6

91.5

Integrata/pieghevole

91/38 T.S.

6.5x52 Carcano

Variabile


 


 

200

2.9

45.9

92.7

Staccabile

91/41 Fucile

6.5x52 Carcano

Fisso

300-1000

200


 

3.8

69.2

116.8

Staccabile

38 S Cavalleria

8x57 IS Mauser

 


 


 

200

3.1

45.6

91.8

Integrata/pieghevole

38 S T.S.

8x57 IS Mauser

Fisso


 


 

200

3.0

45.2

92.1

Staccabile

Tipo I

6.5x50 Giapponese

Fisso

400-2400

300 ?


 

4.0

78.1

128.9(Lungo)
126.4(Corto)

Staccabile