Carcano
mod.
91
La
nascita del fucile modello 91 si potrebbe far risalire al 5 marzo
1892: in quel lontano dì, ne venne approvata l' adozione da parte
dell' apposita commissione militare alla quale nel 1891 il Ministero
della Guerra aveva affidato l'onere di studiare una moderna arma
lunga individuale, a caricamento successivo di più colpi, per il
nostro esercito. Il modello 91 era noto anche, fuori dei nostri
confini, quale "Parravicino-Mauser" o anche "Carcano-Mannlicher", e
sarebbe andato ad affiancare e quindi a sostituire il "Vetterli-Vitali"
a 4 colpi, a sua volta modifica del Vetterli a colpo singolo del
1870. Queste denominazioni riflettono le molte paternità dell' arma:
Salvatore Carcano, capo tecnico di prima classe dell' arsenale di
Torino, ne disegnò l'otturatore girevole scorrevole, non dissimile
peraltro da quello già adottato dal primo fucile italiano a
retrocarica, il Carcano modello 1868. L'ingegnere Ferdinand von
Mannlicher, austriaco, era l' ideatore del caricatore e del
serbatoio; il generale Gustavo Parravicino era il capo della
commissione incaricata dei lavori di studio dell' arma. La corsa al
rinnovamento dell' armamento della fanteria caratteristica degli
ultimi decenni del XIX secolo, aveva visto con il modello 91 una
delle poche armi lunghe individuali militari occidentali ad avere il
calibro "mignon" di soli mm 6,5. I grattacapi inerenti l'utilizzo di
una pallottola di così modesto diametro, che presentava più
svantaggi che pregi, assorbirono gran parte delle fatiche del team,
quando le altre potenze erano più propense all' 8 mm. (vedasi impero
austroungarico) o altri calibri che da esso si scostavano ben poco
(7,92 mm in Germania, 7,5 mm. in Francia, 0.303" pari a 7,7 mm. in
Gran Bretagna, 0.30 pollici pari a 7,62 mm. negli USA e così via).
La ragione per cui si era orientati verso al 6,5 mm si poteva
ricercare nel fatto che ciò avrebbe permesso l' adozione di cartucce
meno pesanti e ingombranti che avrebbero consentito al soldato di
portare con sè un maggior numero di colpi, ma non si sa sino a che
punto questa logica controbilanciasse la consapevolezza da parte del
fante di imbracciare un fucile dalle caratteristiche balistiche
inferiori a quelle del fucile in mano al nemico, qual che fosse.
Calibro |
6.5 mm Carcano |
Meccanismo di
ripetizione |
Bolt action |
Lunghezza
totale |
128,5 cm. |
Lunghezza canna |
78 cm. |
Rigature canna |
4, andamento destrorso,
passo progressivo |
Caricatore |
interno, 6
colpi, caricamento con piastrina |
Mira posteriore |
da battaglia
tarato a 300 m., regolabile da 450 a 2.000 m. |
Peso |
3,8 Kg. |
MECCANICA E MORFOLOGIA
di Ruggero Belogi
Il fucile modello 91 dai manuali militari viene definito «Arma
portatile da fuoco - a ripetizione ordinaria per il tiro teso alle
brevi distanze contro bersagli animati, verticali e allo scoperto».
Le parti principali del fucile 91 sono: la canna, la
culatta mobile, la cassa, il meccanismo di caricamento e
sparo (con i congegni di otturazione, scatto e percussione,
sicurezza, estrazione ed espulsione, ripetizione e alimentazione),
la bacchetta, la sciabola-baionetta e i fornimenti.
CANNA:
a forma tronco-conica, è di acciaio fuso al crogiuolo ed è lunga cm
78. Dall'esterno si notano:
- anteriormente: la volata con il vivo di
volata - la ghiera con un incastro a coda di rondine per
l'alloggiamento del mirino.
- posteriormente: l'alzo a quadrante - un
ingrossamento con cinque faccette su cui sono incise le iniziali
della fabbrica che ha fornito la barra per la canna, l'anno di
fabbricazione, il nome della città dove è stata costruita l'arma, il
numero di matricola dell'arma, i segni relativi ai vari collaudi –
l’avvitatura per la culatta mobile -la culatta e il
vivo di culatta.
- internamente: l'anima con la camera di cartuccia -
la rigatura, con le seguenti caratteristiche; profilo e fianco
paralleli; inclinazione progressiva; quattro righe destrorse; passo
di cm 58 (89 calibri) in culatta e di cm 20 (31 calibri) in volata;
misura della parte rigata cm 70,85 (109 calibri).
La canna sull'asse principale di simmetria porta il sistema di
puntamento, che è costituito:
- verso la volata da un mirino a sezione triangolare incastrato a
coda di rondine su una ghiera;
- verso la culatta da un alzo a quadrante formato da uno zoccolo con
una tacca di mira fissa per i 300 metri a due alette laterali. Sul
fianco esterno dell'aletta di destra sono praticati 15 intagli per
distanze da 600 a 2000 metri. Le parti superiori delle alette
portano incise le graduazioni in ettometri (a destra quelle pari da
6 a 20 - a sinistra le dispari da 7 a 19).
Anteriormente allo zoccolo è imperniato il ritto con la tacca mobile
di mira, che a mezzo di un perno con bottone e molla può essere
portata a coincidere con le diverse graduazioni.
Avvitata alla canna è la culatta mobile, di forma cilindrica, che
serve a contenere l'otturatore e a permetterne il movimento (vedi
figura sotto). In essa notiamo:
- esternamente: l'apertura del serbatoio - lo spacco
per il passaggio del manubrio dell'otturatore - la codetta
con la chiocciola per la vite di unione al serbatoio - la
scanalatura longitudinale per il passaggio del dente d'arresto
del cane - la finestra per il passaggio del dente di scatto -
l'incavo trasversale per l'aletta del tubetto.
- anteriormente e inferiormente: il dente che si alloggia nel
traversino metallico della cassa per trasmettere a questa il
rinculo. Il dente, internamente, ha una chiocciola per la vite
anteriore di culatta mobile.
- internamente: un tratto a chiocciola per 1'avvitatura
alla canna - una gola cilindrica con gli incastri d'appoggio
delle alette del cilindro otturatore. Questi incastri sono
interrotti da due risalti a fianco elicoidale contro cui strisciano
le alette del cilindro - due scanalature longitudinali per lo
scorrimento delle alette del cilindro (nella scanalatura di sinistra
scorre anche la guida del cane) - la finestra per l'espulsore e per
l'aletta del bilanciere - il foro per il ritegno dell'otturatore.
Trittico della culatta mobile delle armi modello 91.
CASSA:
è in legno di noce o di faggio ed è costituita dal fusto,
dall'impugnatura e dal calcio.
Il fusto presenta un lungo incasso longitudinale per
l'alloggiamento della canna - un incasso per l'alloggiamento del
traversino - il canale esterno e interno della bacchetta e altri
incassi per i fornimenti dell'arma. Tra
l'impugnatura e il fusto la cassa presenta un'apertura per mettere
in comunicazione il serbatoio con l'apertura di caricamento.
Un'altra parte in legno è il copricanna che, tenuto a posta dalla
fascetta, ripara le dita del tiratore dal calore della canna. II
calcio, posteriormente, è protetto da un calciolo metallico.
MECCANISMO DELL'ARMA:
comprende i congegni di otturazione - scatto e percussione -
sicurezza - estrazione ed espulsione – ripetizione ed alimentazione.
Congegno di otturazione:
è composto ( vedi pagina di fronte) dalle seguenti parti:
cilindro-otturatore (vedi figura 3) in cui si notano: anteriormente,
la testa con il risalto semianulare per l'appoggio del
fondello del bossolo; il foro per il passaggio della punta
del percussore; due alette (l'aletta sinistra, smussata per
poter risalire il piano inclinato dell'incastro di sinistra della
culatta mobile, provoca nell'operazione dell'apertura dell'arma la
retrocessione dell'otturatore e il distacco iniziale del bossolo;
l'aletta di destra, invece, nell'operazione di chiusura dell'arma,
risalendo il piano inclinato dell'incastro di destra della culatta
mobile, provoca l'appoggio graduale e perfetto del bossolo); lungo
il corpo del cilindro: superiormente il foro che comunica con la
cavità interna e serve come sfogatoio dei gas in caso di rottura del
fondello del bossolo; verso il centro, il manubrio con noce
che serve per manovrare il cilindro; dietro al manubrio esiste uno
spacco a doppio gomito in cui scorre il dentino del tubetto
con nasello con un incavo anteriore e uno posteriore per fissare a
mezzo del dentino stesso il tubetto nella
posizione di avanti e indietro (vedi figura 6); inferiormente una
lunga scanalatura longitudinale di profondità decrescente per lo
scorrimento dell'espulsore; posteriormente un incavo elicoidale
in cui scorre il risalto elicoidale del cane e, sulla base, un
piccolo incavo per l'appoggio della punta del risalto elicoidale
della guida del cane (vedi figura 7).
Congegno di scatto:
il congegno di scatto è composto dalle seguenti parti: il grilletto,
con coda, tavola con tre gobbe (che consente lo scatto in due tempi)
e sprone, su cui è investito il ritegno dell'otturatore; bilanciere,
imperniato al grilletto: porta posteriormente il dente di scatto,
nel centro l'aletta forata per il passaggio della copiglia della
culatta, anteriormente l'alloggiamento per l'espulsore e la
sua molla; cane con guida (vedi figura 7) con un piolo elastico,
il dente di arresto e la guida con il risalto elicoidale;
bottone dell'otturatore: forato con una
filettatura per l'avvitamento del percussore e un incavo per
l'alloggiamento del piolo elastico del cane con guida (vedi figura
8).
Congegno di percussione:
il congegno di percussione è composto dalle seguenti parti:
percussore, con testa con punta, asta e una faccia piana che va a
contrastare contro la parte corrispondente dell'interno del cane per
impedire al percussore di ruotare, avvitatura per il bottone, linea
di fede per la ricomposizione dell'otturatore (vedi figura 4); molla
a spirale (con 32 spire) che si appoggia anteriormente contro il
collare della testa del percussore e, posteriormente, contro il
fondo del tubetto (vedi figura 5). Fa anche parte del congegno di
scatto e percussione il tubetto con nasello (vedi figura 6), organo
della sicurezza ordinaria, del quale, però, parleremo più avanti,
trattando appunto del congegno di sicurezza.
Il cilindro riunisce l'estrattore, il percussore, la molla a spirale
del percussore, il cane con guida, il tubetto con nasello, il
bottone e prende il nome di otturatore.
Meccanismo di scatto delle armi modello 91:
1. Dente di scatto. 2. Ritegno dell'otturatore. 3. Espulsore a
molla.
Congegno di sicurezza ordinaria: è costituito dalle seguenti parti: tubetto con
nasello (vedi figura 6) in cui si notano il tubetto con un dentino,
il nasello con l'aletta e la linea di fede per la ricomposizione
dell'otturatore.
Congegno di estrazione:
è costituito dalle seguenti parti: estrattore a gancio portato dalla
testa del cilindro (l'estrattore modello 1907 attraversa con la sua
coda l'aletta destra del cilindro, che è forata: il modello 1912 è
invece sistemato a fianco dell'aletta destra del cilindro).
Congegno di espulsione:
è costituito dalle seguenti parti: espulsore a dente con molla a
spirale che è situato nella parte anteriore del bilanciere ed è
sporgente internamente nella parte posteriore della culatta mobile.
La molla dell'espulsore, oltre a rendere elastico l'espulsore
stesso, serve anche a riportare a posto il bilanciere dopo eseguito
lo scatto; prende pertanto il nome di molla di scatto ed espulsione.
Congegno di ripetizione ordinaria: composto dalle seguenti parti; scatola serbatoio
centrale fissa in cui notiamo il ponticello (con una finestra
superiore attraverso la quale passa il grilletto) ed una finestra
anteriore da cui sporge il bottone del gancio di arresto. La parte
inferiore- posteriore della scatola-serbatoio è aperta in modo da
consentire il passaggio del pacchetto caricatore vuoto. Internamente
alla scatola-serbatoio troviamo l'elevatore, imperniato ad una molla
a lamina, sistemata sul fondello, ed il gancio di arresto con molla
a bottone. Ai lati poi si notano due fori per il passaggio delle
viti di culatta per assicurare, attraverso la cassa, la scatola
serbatoio alla culatta.
Congegno di alimentazione:
caricatore a pacchetto simmetrica della capacità di sei cartucce. Il
caricatore è di lamierino ed è composto da due guance ripiegate
superiormente e inferiormente (su ciascuna delle due guance sono
impresse lateralmente due nervature destinate a tenere in sito le
cartucce), un dorso con dente d'arresto.
BACCHETTA: è in acciaio e serve, previa avvitatura dello
scovolino nell'apposita filettatura, alla pulitura dell'arma nonché
all'eventuale espulsione dalla canna di bossoli, cartucce e corpi
estranei. Nella bacchetta notiamo la testa con feritoia, una
filettatura superiore per 1'avvitatura della bacchetta al bocchino e
una filettatura inferiore per 1'avvitatura dello scovolo.
SCIABOLA-BAIONETTA: in acciaio temperato, è lunga mm
414. Vi si notano: la lama (con punta, taglio e falso taglio, dorso,
codolo per l'unione all'impugnatura e sgusci di alleggerimento),
lunga mm 300 l'impugnatura con crociera e anello (su questa parte è
incisa la matricola dell'arma), il cappuccio (con l'incastro per il
fermo della sciabola- baionetta), il piolo d'arresto con bottone e
molla, le guance di legno. La sciabola-baionetta è protetta dal
fodero, che può essere di cuoio «annerito» con la cappa e il puntale
d'ottone, ferro brunito o alluminio, oppure interamente di lamiera
oppure, molto più raramente, di gomma con forniture in ferro.
FORNIMENTI VARI: sono il bocchino (con la vite
passante, i1 fermo per la sciabola-baionetta e la chiocciola per 1'avvitatura
della bacchetta), il calciolo (fissato con le viti nella parte
inferiore del calcio), la fascetta con maglietta e la sua molletta,
1a piastretta con maglietta, il copricanna, il traversino, le viti
di culatta e i tubicini.
Il Moschetto '91 "Cavalleria"
Esso si
differenzia dal fucile per le seguenti particolarità:
è più corto e leggero (la lunghezza, con la baionetta ripiegata, è
di mm 919; il peso con la cassa in noce è di g 3,160 e il peso con
la cassa in faggio è di g 3,320); il manubrio dell'otturatore è
ripiegato; la canna è simile a quella del fucile: la sua lunghezza è
di mm 451 (la parte rigata è lunga mm 375).
Il passo della rigatura alla culatta è di cm 38,96 (circa 65
calibri), quello alla volata è di cm 19 (circa 31 calibri); l'alzo è
graduato da 6 a 15 ettometri (lunghezza della linea di mira cm
37,7); ha una baionetta triangolare ripiegatile congiunta
permanentemente all'arma mediante una braga la quale, tramite
ritegni a molla, viene fissata sia nella posizione di inastata che
ripiegata; non ha il copricanna; la bacchetta è in due pezzi ed è
tenuta in un alloggiamento ricavato nel calcio, per cui il calciolo
è dotato di uno sportello a scatto; ha gli attacchi per la cinghia
sistemati rispettivamente sul fianco della cassa e sul bocchino, che
è dotato di un'apposita maglietta.
Il moschetto ha subito successivamente alcune varianti e
precisamente: è stato fornito di copricanna; il ritegno a molla per
il fissaggio della baionetta è stato sostituito da un nottolino con
comando a levetta e da un nottolino con comando a bottone.
Particolari dei ritegni della baionetta nei moschetti modello 91 da
cavalleria. Al centro, il primo tipo con ritegno a molla. A
sinistra, il secondo tipo con ritegno a nottolino con comando a
levetta. A destra, il terzo tipo dal ritegno con comando a bottone.
Il Moschetto '91
TS
Adottato nel 1897, veniva dato
in uso ai reparti dell'artiglieria e del
genio. Ha le medesime caratteristiche
tecniche del moschetto da cavalleria, da cui
però si distingue per i seguenti particolari:
la cassa è più lunga e arriva a mm 78 circa
dalla volata: ha il canale per l'alloggiamento
della bacchetta, la quale è in un sol pezzo. Il TS ha un
copricanna fermato dal bocchino il quale
porta il fermo della baionetta, uguale a
quella del fucile. Il bocchino è stato subito modificato con
uno più lungo e dotato di un fermo trasversale per una
baionetta che è analoga a quella del fucile
91, ma dalla quale si differenzia perché lo
spacco del cappuccio (che investe il fermo) è orizzontale e perché
il piolo a molla è sito sotto il cappuccio.
L'arma in origine aveva solo due magliette:
una imperniata al bocchino e l'altra a una piastretta fissata
sotto il calcio. In un'epoca indefinita, ma compresa fra il
1908 e il 1916, vennero aggiunte altre due
piastrette con maglietta sul lato sinistro,
nei punti corrispondenti a quella posta sul bocchino e a quella
sita sotto il calcio, a pochi centimetri dal calciolo.
I primissimi esemplari avevano
l'otturatore del fucile anziché quello del
moschetto da cavalleria.
Esistono sciabole-baionette per fucili modello 91 e moschetti da
truppe speciali modello 91 (primo tipo) dotate di parti in
ottone e di dimensioni identiche a quelle,
dei tipi più comuni. Vi si notano: la lama
con codolo a estremità filettata su cui s'investe l'impugnatura in
fusione d'ottone in un sol pezzo con la crociera ad anello e con
l'incastro per il passaggio del fermo; la
ghiera filettata che, avvitata sull'estremità
del codolo, tiene in sito l'impugnatura; il fermo con molla di
fianco al cappuccio (sciabola-baionetta per fucile modello
91) oppure sotto al cappuccio
(sciabola-baionetta per moschetto modello 91 per
truppe speciali primo tipo).
L'arma ora descritta è stata successivamente modificata e ha assunto
il nome di moschetto TS modificato (vedi pagina 113). E'
stato infatti sostituito il bocchino
originario con uno identico a quello del fucile
91. Di conseguenza usa la medesima sciabola-baionetta del
fucile 91.
A 17 centimetri circa dalla volata è sistemata una fascetta (che
serve anche a fissare il copricanna) la quale
è dotata di una maglietta e
di un'asola fissa sita lateralmente a sinistra, cosa questa che
consente, come nella versione originale, la
possibilità della doppia sistemazione della
cinghia. Nella parte inferiore la piastretta con maglietta
e la piastretta laterale non hanno subìto varianti rispetto
al modello originale.
Esistono anche moschetti per truppe speciali del primo tipo che,
pur mantenendo il bocchino lungo, hanno il fermo della
baionetta co-
me quello del tipo modificato, cioè con un fermo parallelo all'asse
della canna invece che trasversale.
Moschetto modello 91 TS modificato.
Al moschetto 91 TS fu adattato nel 1928 un tromboncino lanciabombe.
Il Moschetto '91
"TS"
(per squadrone RR.CC.
Guardiedel Re.)
Ha le stesse caratteristiche
del moschetto 91 dal quale si differenzia perché:
ha sulla canna a circa mm 10 dalla volata un fermo
per la baionetta che è a sezione quadrangolare, è lunga mm
382 e ha un manico a ghiera del tipo detto
«alla Vauban»; quando non è inastata, la
baionetta viene sistemata nell'apposito canale e il manico «investe
la volata della canna». Quando è inastata, la baionetta è sita a
destra della canna; il manubrio, il nasello
del tubetto, la scatola-serbatoio, lo zoccolo
ed il bottone dell'alzo, il bocchino e la piastretta
con maglietta sita nella parte anteriore del calcio sono
dorati;
la cassa in noce è più lunga e arriva a 70 mm dalla bocca. Ha il
canale della baionetta guarnito di metallo
dorato.
L'arma fu poi data in dotazione ai corazzieri del Presidente.
Nella foto il Moschetto modello 91 calibro 6,5 per squadrone
Reali Carabinieri Guardie del Re, attualmente
in dotazione ai corazzieri del presidente
della Repubblica. Si notino le parti più chiare, che sono dorate.
Il moschetto ha la
baionetta capovolta.
Il Moschetto '91/24
Deriva da una trasformazione
del fucile modello 91. Ha le medesime
caratteristiche del moschetto TS modificato
dal quale si differenzia per la forma e dimensioni
dell'alzo che è identico a quello del fucile 91, salvo per le
graduazioni che vanno da 6 a 15 ettometri. Esistono anche
esemplari con la tacca di mira del ritto
spostata in avanti sul ritto stesso. L'alzo
ha le stesse dimensioni di quello del fucile
modello 91.
Il Fucile mod. '91/38
È stato ottenuto mediante
opportune modifiche apportate al fucile modello 91, del quale
conserva però i pregi di robustezza, rusticità, intercambiabilità
delle parti eccetera.
È più leggero dell'arma madre, meno ingombrante e, cosa più
importante, ha un calibro maggiore (mm 7,35) che si è ottenuto
alesando opportunamente la canna del calibro 6,5. La baionetta del
fucile modello 38 è notevolmente più corta delle altre.
Calibro |
7.35 mm Carcano
(38) e 6.5x52 Carcano (91/38) |
Meccanismo di
ripetizione |
Bolt action |
Lunghezza
totale |
102 cm. |
Lunghezza canna |
56 cm. |
Serbatoio |
6 colpi,
caricamento con piastrina |
Mira posteriore |
aperta, non
regolabile, tarata a 200 m.(38) o 300 m.(91/38) |
Peso |
3,68 Kg. |
Velocità alla
bocca |
Circa 750 m/s |
Analizzando attentamente il
nuovo fucile notiamo che esso si differenzia
dal 91 perché: la canna è lunga mm 536 ed ha una rigatura elicoidale
(profonda mm 0,14) a passo costante (mm 240) destrorsa; la
lunghezza della parte rigata è di mm 475,5; il calibro, come
sopra abbiamo detto, è di mm 7,35 tra i
pieni: tra i vuoti è invece di mm 7,63;
l'ingrossamento della parte terminale della canna non è sfaccettato,
ma è di forma tronco-conica; la cassa è lunga mm 880 e ha sul
fusto due scanalature che facilitano
l'impugnatura dell'arma; nel calcio è sistemata
la bacchetta, che è a tre elementi; il calciolo è
appositamente fornito di uno sportello a
scatto; il puntamento è effettuato mediante
un'unica linea di mira; esiste pertanto una tacca di mira fissa che
è esatta per la distanza di metri 300
(lunghezza della linea di mira mm 432,7);
l'arma è dotata di un attacco per la baionetta-pugnale della
quale parliamo più avanti; esiste un attacco di fianco per la
cinghia, che è fissata superiormente a una
maglietta ed inferiormente ad una spranghetta
con rullo.
Una particolarità importante delle armi modello 38 è costituita dal
fatto che sulla base dell'alzo è inciso il calibro.
Una sostanziale modifica alla baionetta è stata apportata con la
adozione delle armi modello 91/38. Essa è
stata notevolmente accorciata ed è stata resa
ripiegatile mediante uno snodo comandato da un
bottone elastico: ciò per consentire che essa sia tenuta
costantemente applicata all'arma e alloggiata
in un'apposita fessura verticale del fusto.
Nella versione originaria, il comando di svincolo del pugnale-baionetta
dell'arma era costituito, a simiglianza di quanto praticato
in quella del moschetto automatico Beretta modello 38 A, da
una leva zigrinata incorporata nella guancia in legno,
sistema questo che deve essere stato
ritenuto, come infatti è, estremamente scomodo.
Si è pertanto successivamente ritenuto giusto abolire la leva e
ripristinare il comando a bottone così come
nelle baionette del fucile 91. |